Intervista a Pietro Ichino: “Ambiguità nel centrosinistra. Cgil? Non tutela i più deboli”
Pietro Ichino spara a zero su Partito democratico e Cgil. Al telefono con Fanpage.it l'ex senatore Pd espone le sue ragioni sul salto del guado dal centrosinistra alla lista di Mario Monti, della quale è un probabile candidato al Senato.
Sul Partito democratico, dal quale ha scelto di uscire perché lo immaginava "montiano", afferma:"La carta di intenti era stata presentata da Bersani come l'affermazione di un impegno dell'Italia sul rispetto dell'itinerario concordato con i nostri partners europei. Il giorno dopo il ballottaggio delle primarie Nichi Vendola ha rilasciato una dichiarazione, che io ho riportato sul mio sito e che non è stata mai smentita, in cui diceva che invece quella carta di intenti era la pietra tombale sulla strategia europea dell'Italia su questi impegni di cui parliamo". E per questo l'ex democrat non si sente di fare la campagna elettorale per una coalizione che presenta "questa ambiguità". Ma allora perché non andarsene subito? Il senatore risponde affermando di essere stato coerente e di non aver atteso poi tanto.
Il professor Ichino, che nella sua carriera è stato anche dirigente della Fiom-Cgil, non le manda a dire nemmeno al sindacato guidato da Susanna Camusso: "Vedo nella sua condotta una protezione degli insider che hanno il lavoro regolare ma contro gli interessi di tutti quelli che invece un lavoro regolare non ce l'hanno o addirittura sono relegati fuori dal mercato del lavoro". Insomma, per lui il sindacato guidato da Susanna Camusso non tutela i precari. Poi l'affondo: "Conservano una struttura protettiva che oggi produce effetti contrari agli interessi degli ultimi, dei più deboli".