“Meloni è ancora forte nei sondaggi, ma il suo crollo è imminente e sarà improvviso. Potrebbe accadere prima o dopo le Europee, ma sarà come accaduto ad altri in passato, anche a me”. Ospite nella redazione napoletana di Fanpage.it, nel pieno delle presentazioni del suo nuovo libro "Palla al centro. La politica al tempo delle influencer", non ha dubbi il senatore Matteo Renzi su come evolveranno i flussi di consenso per Giorgia Meloni. Una situazione che, unitamente a quella che lui giudica una gestione “inconcludente” dei leader di M5s e Pd, regala ampi margini di manovra alle formazioni centriste. “Non è facile, anche perché in tutto il mondo sembrano vincere gli estremismi”, spiega Renzi, “eppure io penso che in Italia ci sia uno spazio, quello del buonsenso, della moderazione, del mantenere la rotta e non farsi condizionare”.
Lo conferma anche la lettura dell’operato del governo sulla “crisi dei trattori”: “Al governo non è che hanno un’idea, guardano l’algoritmo e cavalcano l’onda. Non sono dei politici, sono degli influencer e non si rendono conto che gli agricoltori protestano contro di loro, che hanno messo 248 milioni di euro, ripristinando l’Irpef agricola che il mio governo aveva tolto”. Netto il giudizio sul ministro dell’Agricoltura Lollobrigida: “Ha fatto più danni della grandine. Ha raccontato che i trattori vanno contro l’Europa, ma da noi sono contro chi gli ha aumentato le tasse. È un ministro talmente incapace che ora cerca di lisciare il pelo agli agricoltori che ha tartassato. È vero che l’hanno messo lì perché è il cognato di Meloni, ma alla premier consiglierei di mandarlo a casa, così la sorella è contenta e al ministero mettiamo una persona competente”.
Il giudizio su Giorgia Meloni
Sulla presidente del Consiglio, poi, il giudizio è netto: “Non è simile al Renzi di dieci anni fa, è simile alla Ferragni di due anni fa. Ma la politica è un’altra cosa, il politico non segue la massa, indica una direzione. Io non ho stima di lei come presidente del Consiglio, la rispetto e non la attaccherò mai sui problemi giudiziari dei suoi parenti, perché io non sono come loro. Ma una premier va giudicata dai risultati e lei ha perso tutte le battaglie che contano, in Europa e non solo. Il governo non è all’altezza”.
E sulla classe dirigente di Fratelli d'Italia dice: “Mi metto le mani dei capelli, dovrebbero fare un corso di bon ton. Capire che non si spara a Capodanno, non ci si traveste da gerarchi nazisti a Carnevale, non si fermano i treni a proprio piacimento, non si spifferano documenti riservati in Aula, non si comprano libri erotici coi fondi regionali e così via”.
Il futuro con Forza Italia
Sulla possibilità di una convergenza con Forza Italia, spiega: "Io presi il 41% perché dicevo le stesse cose che dico oggi, non ho mai cambiato posizione. Punto ad attirare i voti di chi non si rivede nel populismo inconcludente di Conte e Schlein, oltre a quelli di chi ha votato Forza Italia in passato e ora non si sente rappresentata da Gasparri e Tajani. Questo sarà il modo più logico per rimettere la palla al centro".