Intervista a Giuseppe Conte: “Critiche di Bonomi di Confindustria? Ansia da prestazione politica”
"Siamo nel mezzo degli Stati generali, e queste prime giornate sono state davvero molto stimolanti": comincia così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervistato a Villa Pamphilj dal direttore di Fanpage.it, Francesco Piccinini, il bilancio di questi giorni di incontri con imprese e parti sociali per il rilancio dell'economia e far fronte alla crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus. Non sono però mancate le polemiche. In particolare da parte di Confindustria: il nuovo presidente, Carlo Bonomi, ha infatti accusato il governo di non aver presentato un piano concreto e dettagliato per la ripresa economica. "Mi dicono che quando c'è un nuovo insediamento c'è una certa ansia da prestazione politica. Io dal dottor Bonomi e da tutti gli associati mi aspetto un'ansia da prestazione imprenditoriale, è questo il loro scopo", taglia corto Conte. E aggiunge: "Noi saremo al loro fianco per promuovere il Made in Italy anche all'estero, per sostenere l'export, per aiutarli anche per quanto riguarda la domanda interna, che è in forte calo. Noi ci saremo, tranquilli. Ma vedo che c'è una vena polemica in queste prime dichiarazioni".
Sulla questione industriale, intanto, rimangono molti dossier aperti. In primis quello di Alitalia e Autostrade. Su Aspi Conte assicura: "Ho già detto ai ministri competenti che bisogna chiudere il dossier il prima possibile, perché ce lo stiamo trascinando da un po’ di tempo ed è un’incertezza che deve avere termine". Anche per quanto riguarda Alitalia non c'è tempo da perdere. E infatti il presidente del Consiglio conferma una riunione per la giornata di oggi con i ministri competenti. "Abbiamo un progetto, nascerà una newco, una nuova società che non sarà un carrozzone di Stato, ma un nuovo soggetto che dovrà riuscire a interpretare quello che è lo spazio di mercato attualmente disponibile, sia in Italia che per quanto riguarda le tratte internazionali", aggiunge Conte.
La sfida del digitale
Il presidente del Consiglio parla poi di quello che deve essere il futuro del Paese, partendo proprio dagli obiettivi di digitalizzazione contenuti anche nel piano per il rilancio presentato proprio agli Stati generali. "La digitalizzazione è un passaggio fondamentale per modernizzare il Paese. In questo momento noi non siamo messi malissimo per quanto riguarda il processo di innovazione tecnologica, ma dobbiamo incrementarlo ancor di più. E soprattutto dobbiamo contrastare l'economia sommersa, che impedisce una completa e integrale digitalizzazione del Paese perché sono tutte transazioni commerciali che si sottraggono ai pagamenti digitali. Non potremo mai digitalizzare il Paese se non contrastando l'economia sommersa", prosegue Conte. Che quindi parla di lavoro nero e del piano cashless, già varato nella legge di Bilancio: non si vuole penalizzare chi paga ancora in contante, spiega il presidente del Consiglio, ma incentivare i pagamenti digitali. In questo modo si recupereranno gli spazi dell'economia sommersa, tra i 90 e i 110 miliardi.
Conte sul lavoro nero e diseguaglianze sociali
Durante il lockdown, aggiunge Conte, si è vista una crescita dell'e-commerce, che però non giova a quegli esercizi commerciali legati invece al territorio: "Quindi il tema non è incrementare l'e-commerce, ma i pagamenti digitali e la moneta elettronica".Il presidente del Consiglio sottolinea che nel piano di rilancio è presente un programma per il Sud: "Nel Mezzogiorno c'è molto lavoro nero, è vero, ma non criminalizziamo il Sud. Quello che vogliamo fare è introdurre delle fiscalità di vantaggio e delle agevolazioni per creare le condizioni per il trapasso da un'economia sommersa a un'economia pienamente emersa", afferma Conte.
Il lockdown non ha solo visto un aumento dell'e-commerce, ma anche un ricorso mai visto prima allo smart working: "Siamo stati costretti a ricorrere a questa modalità a distanza, anche per la didattica. Adesso sta a noi imparare da queste lezioni e semmai integrarle. Ne possiamo trarre un valore aggiunto", sostiene il presidente del Consiglio. La questione delle lezioni online ha anche evidenziato un divario profondo, per quanto riguarda la disponibilità delle tecnologie. Conte ribadisce allora che il governo deve lavorare per garantire a tutti l'accesso a Internet e a questi dispositivi: "Se dovessi riscrivere la nostra Costituzione annoterei anche il diritto di accedere al web come un diritto fondamentale della persona, perché chi oggi è escluso rimane anche fuori dalla comunità sociale, economica e culturale del Paese", prosegue. Ammettendo che non eravamo preparati per una sfida di questo tipo: ragion per cui sono state investite diverse centinaia di milioni di euro per colmare il gap digitale, che in ultima istanza non fanno altre che evidenziare le diseguaglianze sociali.
Conte: "Stiamo lavorando alla modifica dei decreti sicurezza"
Conte affronta quindi il problema della denatalità, un altro dei temi inseriti all'interno del piano di rilancio. "Abbiamo un problema di politiche per i giovani, in quanto i migliori vanno all'estero e questo è impensabile. Soprattutto al Sud, questo fenomeno va contrastato", spiega il presidente del Consiglio. Per poi tornare a parlare di opportunità lavorative anche nei territori più disagiati, emersione dal lavoro nero e regolarizzazione. Un primo passo verso il superamento dei decreti sicurezza? "Assolutamente sì, ci stiamo già lavorando anche se non credo che ce la faremo questa settimana perché siamo molto impegnati. Ma la ministra Lamorgese sta lavorando per mettere a punto le modifiche, e spero possano arrivare in Consiglio dei ministri".
Il futuro dell'Italia e dell'Europa
Il presidente del Consiglio è positivo sul futuro dell'Italia nell'Europa e nel mondo: "La situazione è drammatica ma siamo fiduciosi, perché in Europa è maturata la convinzione che solo una risposta forte, coesa e coordinata possa consentire di far fronte a questo shock. Che da subito si capiva che avrebbe colpito tutti, a livello globale", spiega Conte che nei prossimi giorni sarà al Consiglio europeo per discutere il Recovery Fund e la risposta comune alla pandemia. "Non è solo in gioco il futuro dei Paesi più colpiti come noi o la Spagna, ma della stessa Europa", conclude il capo del governo.