Opinioni

Intervista a Conte: “Spiare giornalisti è lesione a democrazia. Almasri? Meloni non è al di sopra della legge”

Netta la posizione dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul caso Paragon: “Il vertice governativo deve venire in Parlamento e chiarire chi e perché ha utilizzato questo software in modo così grave, improprio e lesivo dei valori della democrazia”.
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Il caso Paragon, con lo spionaggio ai danni del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato e di attivisti impegnati nel salvataggio dei migranti, lo scontro del governo con la magistratura e l’assenza-presenza di Giorgia Meloni sulla scena mediatica: sono questi i temi del lungo colloquio con Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, nel pieno di una settimana complicatissima per la politica italiana. L’ex presidente del Consiglio, come ricorderete, aveva già utilizzato toni durissimi sulla vicenda dello spyware israeliano utilizzato dal nostro governo, parlando della necessità di non allentare il livello di sorveglianza democratica e sottolineando come si stesse parlando di un giornale autore di diverse inchieste sul primo partito italiano.

Un concetto che ribadisce anche alle nostre telecamere: “Siamo in uno stato di diritto, è gravissimo che il direttore di una testata giornalistica e attivisti per i diritti civili siano spiati. In questo momento il governo deve condurre tutti gli accertamenti per sapere chi ha commissionato e chi ha realizzato questo spionaggio”. Poi aggiunge un ulteriore elemento: “Voi avete realizzato inchieste come Gioventù Meloniana e Lobby Nera, ma immagino che ne abbiate anche altre in corso. Ora però il cellulare del vostro direttore è spiato da un troyan invasivo e intrusivo, quindi immagino che abbiate dovuto isolare il direttore perché siete stati compromessi e siete diventati vulnerabili per quello che riguarda la vostra attività”.

Quanto alla risposta del governo, l’ex presidente del Consiglio è ancora più netto: “Questo silenzio è inaccettabile, per noi è vitale che si sappia che in questo momento i giornalisti possono operare liberamente senza essere spiati e che gli attivisti possono svolgere le loro attività nel campo dei diritti civili”. Una delle possibilità è che siano stati i servizi di intelligence a operare lo spionaggio, un punto su cui, da ex presidente del Consiglio con delega ai servizi, Conte spiega: “Io ho preferito avere un rapporto diretto con i direttori delle agenzie, cui ho detto fin dal primo giorno che la responsabilità di ciò che accadeva sarebbe stata la loro. Se ci fossero state situazioni simili e poco chiare li avrei mandati a casa. Questa è l’unica possibilità di gestire in modo corretto ed efficace una delega del genere. Ora non posso dire se ci siano responsabilità dirette delle agenzie nel caso Paragon, ma una cosa è per me chiara: il vertice governativo deve venire in Parlamento e chiarire chi e perché ha utilizzato questo software in modo così grave, improprio e lesivo dei valori della democrazia”.

Quando gli chiediamo del silenzio di Giorgia Meloni, ribadisce: “Voi presupponete che la presidente del Consiglio abbia rispetto per le istituzioni, ma non è così. Abbiamo tanti esempi, dal caso Almasri, in cui è scappata dal Parlamento per poi dichiarare delle falsità ed essere smentita dai suoi ministri, all’attacco al procuratore Lo Voi, cui ha addirittura attribuito la volontà di ricattare il governo”.

Sulla vicenda del rimpatrio di Almasri, il M5s spiega che intende andare avanti: “Come può un presidente del Consiglio approfittarne per attaccare i magistrati quando dovrebbe mettersi a disposizione e fornire tutti gli elementi in suo possesso? […] Perché non lo fa? Forse perché si sente al di sopra della legge? Gli italiani hanno il diritto di sapere perché un criminale, uno stupratore di bambini, un boia è stato messo su un volo di Stato e rimpatriato con tutti gli onori”.

Quando gli chiediamo come giudica gli ultimi interventi pubblici della presidente del Consiglio, Conte spiega: “Quella del vittimismo è una strategia comunicativa precisa, volta a distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali. Vuole far credere che non riesce a governare a causa di complotti contro di lei, complotti che sono dappertutto, dalla CPI alla Germania. […] E c’è una violenza di fondo, che i cittadini devono percepire. Nelle chat interne che sono state recentemente pubblicate, leggiamo che un ministro dice di voler ‘punire’ un giornalista. Cosa intende quando dice che va punito un giornalista scomodo? […] Fa tutto parte di una tecnica per distrarre l’opinione pubblica dai problemi del Paese, dal caro bollette ai ridicoli aumenti delle pensioni”.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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