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Intercettazioni sul Caso Ruby: Bruti Liberati difende il lavoro della Procura

a seguito della divulgazione dei testi integrali di alcune intercettazioni telefoniche tra il presidente Berlusconi e alcune Papi Girl si è infiammata la polemica. Ecco le reazioni della maggioranza e del procuratore Bruti Liberati.
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caso ruby

Nel giorno della prima udienza al processo a carico di Berlusconi per il caso Ruby, durato soltanto pochi minuti, e rinviato al 31 maggio sono stati diffusi i testi integrali di alcune intercettazioni di telefonate che hanno come protagonista il premier Silvio Berlusconi e la sua segreteria. Si tratterebbe di conversazioni avvenute tra il Presidente del Consiglio e la consigliera regionale Nicole Minetti (anche lei indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione) e le due Papi girl Marysthel Polanco e Raissa Skorkina. A seguito della diffusione delle intercettazioni non sono mancate le accese reazioni degli esponenti della maggioranza di Governo. Questa la dichiarazione di Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera:

Le intercettazioni di colloqui di Berlusconi, riportate abusivamente negli atti del processo senza che la procura di Milano si sia sognata di chiedere l'autorizzazione alla Camera, è una gravissima violazione della legge e, nello stesso tempo, la conferma che ci troviamo di fronte ad una strumentalizzazione della giustizia per fini politici.

Sulla stessa falsariga la dichiarazione di Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo al Senato. D'altra parte il procuratore capo di Milano Edmundo Bruti Liberati declina ogni responsabilità della Procura di Milano, ecco quanto si legge in una nota: "Il deposito delle telefonate in cui risulta come interlocutore Berlusconi è avvenuto nel più rigoroso rispetto dei limiti della legge Boato e della normativa del codice di procedura penale relativa alle intercettazioni telefoniche oltre che con l'adozione di tutte le cautele a tutela del segreto delle indagini". Inoltre, il procuratore aggiunge che: "Tale deposito disposto in data 11 e 29 marzo è avvenuto per la sola difesa dell'onorevole Berlusconi ed è per il pm un atto rigorosamente dovuto a garanzia del diritto di difesa."

Sull'opportunità o meno della pubblicazione sui giornali il procuratore ha inoltre preferito non esprimere alcun commento, dichiarando che "non è compito della procura di Milano esprimere valutazioni in ordine all’avvenuta pubblicazione sulla stampa di atti sui quali, a seguito del dovuto deposito alla difesa, è venuto meno il segreto dell’indagine."

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