Chissà se Lorenzo Fontana nel febbraio 2018, quando è uscito il suo ultimo libro scritto assieme ad Ettore Gotti Tedeschi con la prefazione di Matteo Salvini, già immaginava quello che sarebbe accaduto dopo, ovvero che la crisi istituzionale risoltasi con la nascita dell'esecutivo giallo verde lo avrebbe catapultato sulla poltrona del Ministero per la famiglia e le disabilità. Oppure l'ex vicesindaco di Verona e vicesegretario della Lega, aveva già pensato a quella poltrona, magari confidando in una vittoria del centrodestra, parlandone con il segretario del suo partito. Sia come sia, "La culla vuota della civiltà. All'origine della crisi" (Edizioni Gondolin) aiuta a conoscere e a collocare il ministro più discusso del neonato esecutivo Conte, che a una manciata di ore dalla nomina ha dichiarato che "le famiglie gay non esistono". Poi invece di chiedere scusa, ha puntato il dito contro non meglio precisate elité asserendo di non temere i diktat del "pensiero unico".
Al centro del volume, come indica il titolo, il tema della denatalità, argomento possiamo dire classico di movimenti e ideologie nazionaliste. La tesi è semplice: la crisi economica che viviamo è dovuta al fatto che in Occidente in generale e in Italia in particolare si fanno pochi figli. L'alterazione delle leggi naturali avrebbe portato con sé un'alterazione delle leggi dello sviluppo economico, fino allo scoppio della crisi economica in cui siamo tutt'ora immersi. Assolti i banchieri e niente strali contro la finanza, perché, in definitiva, avrebbero tentato di produrre ricchezza tentando di rimettere artificiosamente in equilibrio ciò che si è rotto.
Ma se non si fanno più figli di chi è la colpa? Qui i due autori seguono un doppio binario. Da una parte individuano un problema di sostegno alle madri e di incentivi strutturali alle famiglie numerose (su cui si concentrano proponendo un welfare tutto centrato esclusivamente sulla famiglia e sull'etnicità), dall'altro individuano un problema culturale: in Occidente si fanno meno figli per colpa della rivoluzione sessuale, della distruzione dei valori tradizionali, dell'emancipazione della donna e, ovviamente, della libertà di abortire. "La famiglia tradizionale in questo contesto – scrive Fontana nell'introduzione – esprime solo un sottoinsieme, una composizione di persone fra le tante", per poi attaccare "i novelli fautori delle unioni creative ispirati da una visione del mondo che si dipinge come ‘moderna' ma che in realtà è ostile all'uomo". Il ministro parla di "una società che non crede più in niente", ma verrebbe da dire piuttosto non crede più in un insieme di valori descritti come "tradizionali", che vedono la subalternità della donna dentro la società (relegata tutto al più ad angelo del focolare), e il non riconoscimento della libertà di orientamento sessuale e delle scelte di vita.
Violentissimo l'attacco alla tutela dell'interruzione volontaria di gravidanza, che prefigura un'idea precisa di destrutturazione della legge 194 a partire dai consultori:
Dal 1978 a oggi l'aborto (legale) ha impedito la nascita di sei milioni di bambini italiani, anche – lo sottolineiamo – a causa di una certa cultura politica, cara alla sinistra, che demonizza l'obiezione di coscienza e preferisce eradicare la vita piuttosto che agire sul sistema dei consultori e, più in generale sulla prevenzione dell'aborto. L'Institute of Family Policies americano ha calcolato che il numero degli aborti nei Paesi dell'Europa (cosidetta) "unita", 1.207464, equivale al deficit nel tasso di natalità europeo
L'Iofp, citato come "neutro" istituto americano vale la pena notare come in realtà sia un centro studi di area cattolica, che dedica i suoi sforzi a un lavoro di think tanking in difesa e a sostegno della famiglia tradizionale.
Il tema della denatalità punta poi dritto a discutere di flussi migratori. La necessità riconosciuta per il nostro mercato del lavoro di integrare forza lavoro endogena, viene letta come la modalità con cui si vogliono cancellare le specificità dei singoli popoli europei, per ottenere una popolazione omogenea su scala mondiale così da avere una platea di consumatori unica (impossibile non notare le assonanze con il così detto Piano Kalergi, la teoria del complotto volgarizzata in tv spesso e volentieri dallo stesso Salvini). Per questo bisogna fare figli e mettere al centro della società la famiglia: non solo per avere una crescita economica naturale, ma prima di tutto per difendere la nostra tradizione e specificità, pena l'estinzione. Lo dichiara da subito Matteo Salvini nella sua introduzione paventando la prospettiva dell'estinzione:
E non penso sia più un mistero che vi sia un interessa internazionale dietro l'indebolimento progressivo di un Paese come l'Italia, una regia dietro la crisi attuale, favorevole soprattutto a sdoganare la vendita del nostro patrimonio. Leggendo queste pagine si capisce quale strategia il ‘Ghota' mondiale abbia in mente, quale idea di società vogliano venderci, svendendo la nostra identità, e soprattutto quale strada intraprendere
Ed è a questo punto del ragionamento che il saggio, infarcito di numeri ed esempi, finisce per assomigliare a uno dei tanti pamphlet complottisti e di estrema destra che ripropongono in salsa diversa sempre le stesse tesi. Anche se entrambi gli autori chiariscono di non essere "complottisti" lungo il loro argomentare, ecco che si ripropone l'idea di un centro occulto di potere che vuole (tramite l'immigrazione e la decadenza dei valori tradizionali e dei costumi) cancellare la società europea tradizionale, portando all'estinzione dei suoi popoli. Chi sono questi nemici potentissimi che ci insediano? Gotti Tedeschi e Fontana non hanno remore a indicare nell'Onu il perno di un Nuovo Ordine Mondiale. Addirittura petizioni di principio e conferenze internazionali, note per lo più per la loro inefficacia, diventano una prova per dimostrare la costruzione del famoso "pensiero unico". L'intento sarebbe quello di fondare "una nuova religione atea apertamente contro la vita", per usare le parole di Gotti Tedeschi. Anche l'ambientalismo e l'allarme per i cambiamenti climatici, che avrebbero contribuito a un'idea diffusa di controllo delle nascite per non alterare irrimediabilmente l'effetto dell'uomo sugli equilibri ecologici, viene indicato come uno dei grandi nemici da combattere, a cominciare da organizzazioni non governative come il WWF.
Vale poi la pena notare il profilo del coautore del volume, Ettore Gotti Tedeschi, noto per essere vicino al Papa Emerito Benedetto XVI, banchiere ed ex presidente dell'Istituto per le Opere di Religione, la banca del Vaticano. Tedeschi appartiene allo schieramento più radicalmente avverso a Papa Francesco, all'area più intransigente e antimodernista della Chiesa Cattolica, anticonciliare e tradizionalista. Emerge così quel rapporto duplice che la Lega, da sempre, ha avuto con la Chiesa: da una parte l'opposizione ai valori di accoglienza e solidarietà espressi da una parte della tradizione cattolica italiana, dall'altra il richiamo alla religione e i suoi simboli come elementi costitutivi di una Tradizione nazionale con la maiuscola da opporre agli altri, in particolare i migranti di religione musulmana (sul rapporto tra Lega e Chiesa è uscito alcuni anni fa un bel saggio ancora attualissimo).
Non c'è così contraddizione per Matteo Salvini tra giurare sul Vangelo con il rosario in mano all'ultimo comizio prima della elezioni come candidato premier e leggere da consigliere comunale alcuni brani de "La forza della ragione" di Oriana Fallaci in piazza del Duomo, per attaccare la Chiesa Ambrosiana e l'ex Cardinale Tettamanzi, considerati su posizioni "immigrazioniste". oltre che colpevoli di voler dialogare con l'Islam. Fontana non a caso viene da Verona, città che negli ultimi 20 anni è stato un vero e proprio laboratorio dove si è data un'inedita commistione tra Lega, neofascismo e tradizionalismo religioso, come raccontato in un libro che fece molto parlare di se "All'estrema destra del padre. Tradizionalismo cattolico e destra radicale. Il paradigma veronese" di Emanuele Del Medico.
Il complottismo, la denuncia della globalizzazione e dei flussi migratori come risultato di un disegno ordito e messo in atto da centri sovranazionali più o meno occulti di potere, la difesa dell'identità nazionale e della "tradizione", l'utilizzo della leva riproduttiva in chiave politica e di potenza nazionale, il recupero della religione come elemento guida delle scelte politiche, la lotta senza quartiere all'aborto e all'autodeterminazione delle donne, l'idea di mettere al centro della spesa pubblica la "famiglia tradizionale" e non gli individui. Ce ne è abbastanza in queste 163 pagine per affermare con una certa sicumera che il neoministro Lorenzo Fontana è un estremista, un integralista religioso e il ministro più oscurantista che la Repubblica abbia conosciuto. Basta leggere quello che scrive.