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Inizia a Vienna la prima Conferenza per l’abolizione delle armi nucleari, l’Italia non partecipa

Comincia oggi la Conferenza di Vienna sul Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. E l’Italia sarà l’unica dei quattro Paesi Ue che ospitano testate nucleari Nato a non partecipare nemmeno come Paese osservatore.
A cura di Annalisa Girardi
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Inizia oggi a Vienna la riunione degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. L'obiettivo è quello di adottare una dichiarazione politica davanti alle recenti minacce nucleari ed aumentare gli sforzi affinché quanti più Paesi aderiscano al Trattato. L'Italia, che non ha mai ratificato il documento, non parteciperà alla Conferenza. Sarà l'unica dei quattro Paesi Ue che ospitano testate nucleari Nato a non esserci: Germania, Olanda e Belgio, infatti, gli altri Paesi che ospitano le armi nucleari della Nato, hanno dichiarato che saranno presenti come Stati osservatori. "La scelta di non partecipare alla Conferenza di Vienna dimostra una mancanza di coraggio politico", denuncia la campagna Italia Ripensaci, promossa dalla Rete italiana pace e disarmo e da Senzatomica.

Insomma, il governo italiano ha deciso che non sarà a Vienna. Il Trattato è entrato in vigore lo scorso 22 gennaio 2021: è il primo e unico accordo internazionale legalmente vincolante che vieta le armi nucleari. Al momento è stato ratificato da 86 Paesi, principalmente Stati che nel periodo della Guerra Fredda erano chiamati "non allineati". Nessuna potenza nucleare o membro della Nato ha ratificato il documento. Alcuni Paesi che ospitano gli arsenali nucleari dell'Alleanza Atlantica, però, hanno deciso di partecipare come Stati osservatori, a differenza dell'Italia. "Finché ci saranno armi nucleari non saremo mai al sicuro. Per questo trovo importante che parlamentari di molti paesi, organismi e associazioni internazionali si riuniscano a Vienna per la prima Conferenza degli stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, a cui anch’io prenderò parte. Sono invece molto dispiaciuta che l’Italia non abbia firmato il Trattato e che – a differenza di altri paesi, inclusi alcuni membri della Nato come Germania e Norvegia – non partecipi neanche alla Conferenza in veste di paese osservatore, come sollecitato in una Risoluzione a mia prima firma approvata da tutta la maggioranza in Commissione Esteri", ha commentato la deputata ed ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che in questi giorni si trova nella capitale austriaca, affermando il proprio impegno "affinché l’Italia si coinvolga sempre di più nel processo di disarmo nucleare".

Intanto, l'attivismo della società civile prosegue: "Abbiamo la responsabilità di incoraggiare gli Stati che possiedono le armi nucleari e che ancora esitano nel prendere una posizione ad abbandonare le loro politiche basate sulla deterrenza. Ecco perché essersi riuniti questa settimana a Vienna è così importante. Il contenuto del dibattito internazionale è cambiato: il TPNW è la nuova norma. Dà voce alla maggioranza degli Stati che non accettano la logica secondo la quale queste armi garantiscano la sicurezza. In realtà esse rappresentano una minaccia per tutti noi e devono essere eliminate", concludono in un comunicato Rete italiana pace e disarmo e Senzatomica.

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