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Indossare una maglietta con scritto “Auschwitzland” non è reato: Selene Ticchi è stata assolta

Il Tribunale di Forlì ha assolto Selene Ticchi, accusata di apologia del fascismo per aver indossato una maglietta con scritto “Auschwitzland” a Predappio, durante l’annuale commemorazione della Marcia su Roma.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Andare in giro con una maglietta con su scritto "Auschwitzland" non è reato. Il Tribunale di Forlì ha assolto ieri Selene Ticchi dall'accusa di apologia del fascismo e violazione della legge Mancino, per aver indossato una maglietta con la scritta che fa riferimento al campo di concentramento in Polonia. L'episodio risale al 28 ottobre del 2018, oltre quattro anni fa, quando la donna – all'epoca esponente di Forza Nuova – si presentò a Predappio per la commemorazione annuale della Marcia su Roma indossando la maglietta. Per i giudici "il fatto non sussiste".

Condannata infine con decreto penale a nove mesi e 600 euro di multa – dopo le moltissime polemiche che si scatenarono all'epoca – la donna ha fatto ricorso difesa dal marito avvocato Daniele D'Urso, ottenendo l'assoluzione. "Siamo felici, dopo cinque anni hanno capito che il fatto non costituisce reato", hanno commentato i due.

"Colpisce che, ancora una volta, l'ostentazione di condotte apologetiche non siano ritenute penalmente rilevanti quando, nel caso che ci occupa, si ridicolizza una delle vicende storiche più gravi e drammatiche vissute nel periodo della seconda guerra mondiale – ha commentato il vice presidente nazionale e legale dell'Anpi, che era parte civile nel processo, Emilio Ricci – Rileviamo la contraddittorietà delle decisioni della magistratura che in alcuni casi condanna e in altri assolve, pur in presenza di condotte sostanzialmente analoghe".

"Va anche rilevata la discrasia tra il comportamento della Procura, che chiede una significativa condanna, e il giudice che assolve – ha continuato Ricci – Da tempo l'Anpi si batte perché la normativa in materia di esaltazione e apologia del nazifascismo sia sostanzialmente e drasticamente riformata, anche mediante la presentazione di un progetto di legge di riforma". La battaglia "per la difesa della memoria dei martiri e dei perseguitati dal nazifascismo prosegue con l' impegno dell'Anpi a perseguire i responsabili di tutte le condotte rilevanti penalmente".

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