Incontro tra Matteo Salvini e Liliana Segre: il colloquio a Milano a casa della senatrice a vita
L’incontro era stato annunciato negli scorsi giorni. A chiederlo era stato il leader della Lega, Matteo Salvini. Ora, dopo l’assegnazione della scorta per Liliana Segre, l’ex ministro dell’Interno ha incontrato la senatrice a vita a Milano. L’incontro tra i due si è tenuto nel pomeriggio e a darne notizia è stata la Tgr della Lombardia. Salvini sarebbe andato a casa della senatrice a vita nel tardo pomeriggio, ma dell’incontro non è stata data notizia ed è stato tenuto il massimo riserbo sul colloquio tra i due.
Un riserbo dovuto anche a motivi di sicurezza, dopo gli insulti e le minacce ricevuti da Segre con la conseguente decisione di assegnarle una scorta formata da due uomini dei carabinieri. L’incontro è avvenuto intorno alle 17 e Salvini si sarebbe presentato, secondo quanto appreso, accompagnato dalla figlia. All’incontro non erano presenti altri rappresentanti delle istituzioni, ma si sarebbe quindi trattato di un colloquio privato tra i due.
Questa mattina Salvini era tornato a parlare della figura di Liliana Segre, delle minacce da lei ricevute e dalla scorta che le è stata assegnata dal Comitato per l’ordine e la sicurezza di Milano: “Massimo sostegno e solidarietà a Liliana Segre”. Però Salvini non si è fermato qui, ritenendo anche “surreale che ci siano minacce di morte di serie A e B, quasi che scrivere su un muro Salvini crepa fosse un passatempo da democratici di sinistra”. Il riferimento del leader leghista è alle polemiche che hanno seguito anche il suo intervento di ieri quando, dopo aver saputo della scorta a Segre, il suo commento è stato: “Anche io ricevo minacce, ogni giorno. Le minacce contro la Segre, contro Salvini, contro chiunque, sono gravissime”.
“Io non minimizzo niente”, ha sottolineato ancora Salvini in mattinata, poche ore prima dell’incontro. “Ogni scorta in Italia, e ci sono 300 scorte, sono 300 sconfitte dello Stato, dal giudice antimafia al parroco, da Liliana Segre a Matteo Salvini – ha proseguito – Oggi il sistema di scorte è una sconfitta, perché minacce e odio non dovrebbero esistere”.