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Incontro Renzi – Letta, il Governo non rischia. Per ora

Dopo gli screzi degli ultimi giorni, faccia a faccia tra il presidente del Consiglio ed il segretario del Partito Democratico: il Governo non rischia. Per ora.
A cura di Redazione
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Un faccia a faccia durato oltre un'ora, per mettere in chiaro le cose, smussare gli spigoli e provare a gestire meglio polemiche, indiscrezioni e retroscena più o meno veritieri. Si è aperta così la giornata di Enrico Letta e Matteo Renzi, a colloquio prima del Consiglio dei ministri, dopo che nella giornata di ieri agenzie e media avevano restituito l'immagine di un clima teso, quasi irrespirabile. Non sono un mistero, infatti, le tante perplessità del segretario del Partito Democratico su scelte e impostazioni dell'esecutivo, così come è ormai noto il giudizio decisamente negativo sull'operato di alcuni ministri (fermo restando il fatto che Renzi non ha alcuna intenzione di chiedere un rimpasto di Governo).

Allo stesso modo Letta non può dirsi soddisfatto degli interventi del Sindaco di Firenze, che già in più di una occasione è sembrato "l'uomo della provvidenza" costretto a tamponare gli errori di Governo e Parlamento. Per questo insiste nella strada del partto di coalizione, che servirebbe a rafforzare il Governo tramite un lavoro collegiale con i partiti che lo sostengono. Un tema di cui i due hanno discusso a lungo, assieme ad altri due argomenti che il segretario del Pd reputa centrali: la riforma della legge elettorale ed il Jobs Act. Sul primo punto, qualcosa si è mosso, anche se Renzi continua a tenere alta l'attenzione, conscio che l'ennesimo fallimento sul tema sarebbe imperdonabile. Sulla proposta per il lavoro, invece, le distanze restano e solo la presentazione completa del progetto potrà chiarire alcune obiezioni mosse anche da ambienti governativi.

Intanto oggi il Cdm proverà a blindare il provvedimento sulle missioni internazionali ("Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione") e interverrà sulla questione sollevata dalla sentenza Ue sul cognome materno ("Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, in esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo 7 gennaio 2014").

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