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Ma l’inchiesta Why Not smascherò davvero poteri illegali forti e occulti?

A cosa puntava e com’è finita l’inchiesta Why Not che ha portato tanti guai all’ex pm De Magistris, oggi sindaco (sospeso) di Napoli? È vero che l’indagine gli è stata “scippata” dai poteri forti? E sono stati dimostrati gli intrecci fra massoneria, politica, affaristi e ndrangheta?
A cura di Simone Di Meo
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Serve raccontare l'inchiesta “Why not” per capire se, e in quale misura, abbia ragione l'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris a evocare complotti di apparati deviati dello Stato e accerchiamenti ai suoi danni. Serve raccontare l'inchiesta “Why not” per comprendere quali sono i fili dell'alta tensione che l'allora pubblico ministero avrebbe toccato. La genesi. L'indagine che tanti guai ha procurato all'ex pm di Catanzaro (e a chi c'è finito dentro ingiustamente) nasce da una querela per diffamazione a mezzo stampa che l'allora vicepresidente della Giunta regionale della Calabria (anno 2007) Nicola Adamo presenta nei confronti del giornalista Gian Antonio Stella per un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera”. Un boomerang che si ritorcerà contro Adamo, indagato, processato e assolto in primo e secondo grado dall'accusa di illeciti nella gestione dei fondi pubblici. Scherzando (ma non troppo) si può affermare che de Magistris si sia ispirato all'autore del bestseller “La Casta” per imbastire la sua fallimentare inchiesta.

Da Poseidone a Toghe Lucane fino a Why Not

Top secret, ma non troppo. Nonostante si tratti di una inchiesta ancora in fase embrionale, e quindi segretissima, de Magistris riceve da un maresciallo dei carabinieri e da una collega pm alcune informative su Antonio Saladino, principale personaggio di “Why not” ben prima che questi venga formalmente indagato. Come facevano i due a sapere che Giggino lo aveva puntato?
Impugno? Ma anche no. Come con le precedenti indagini (Poseidone e Toghe lucane) anche con “Why not” de Magistris perde parecchi ricorsi al Riesame. Nel caso del dissequestro delle agende e di altro materiale preso a Saladino, addirittura il pm decide di non ricorrere in Cassazione dopo aver letto quel che i giudici scrivono dei suoi metodi d'indagine.
Un bel minestrone. In realtà, un filo logico “Why not” non ce l'ha dal punto di vista investigativo. Nel fascicolo finiscono presunti episodi di truffa, un'associazione per delinquere (smentita dalla Cassazione giusto un anno fa), false fatturazioni, l'omicidio Fortugno, la faida ‘ndranghetista di San Luca, gli appalti di Finmeccanica, i viaggi in Africa di soggetti legati a Romano Prodi, opere pubbliche sospette in Cina e un traffico d'armi. Alla fine, di oltre 100 indagati, i condannati non arriveranno a una dozzina e tutti per reati minori.
La Loggia fantasma. De Magistris ipotizza l'esistenza di una Cupola massonica che fa incetta di finanziamenti europei – col placet di Prodi – sotto la cui ombra trovano dimora Luigi Bisignani e altra bella gente del mondo politico e affaristico italiano. La Loggia, accerteranno i pm che erediteranno il procedimento da Giggino, semplicemente non esiste. Poteri forti o forti poteri di suggestione?
Teste d'accusa (a difesa). L'asso nella manica di Luigi de Magistris si chiama Caterina Merante, ex collaboratrice di Saladino. È lei il teste principale dell'indagine e l'ispiratrice della deriva massonica del fascicolo. Per gli osservatori più attenti, parla tanto degli altri per coprire in realtà se stessa. Infatti, finirà tempo dopo sotto processo nel procedimento “Why Not 2” per un bel po' di reati da lei commessi ma che de Magistris, impegnato a inseguire i grembiulini, aveva dimenticato di contestarle. Cose che capitano.
Un Prato di bugie. A raccontare all'ex pm del presunto coinvolgimento di Romano Prodi nei rapporti opachi di Saladino con la Pubblica amministrazione calabrese è un galeotto, condannato in via definitiva per concorso esterno mafioso, corruzione e voto di scambio. Il tipino si chiama Giuseppe Tursi Prato. Un pregiudicato con rapporti con la mafia quanto avrebbe potuto sapere dell'allora presidente della Commissione Europea? Per de Magistris molto tant'è che pende dalle sue labbra.

Why Not è stata "scippata" a De Magistris?

Un altro scippo? Non proprio. De Magistris sostiene che “Why not” gli è stata avocata per impedirgli di continuare a scavare nel torbido mondo dove s'accoppiano politica, crimine e affari. In realtà, la tempistica è diversa. Giggino perde la titolarità dell'indagine il giorno dopo la conferma dell'iscrizione nel registro degli indagati del Guardasigilli Clemente Mastella. Perché il pg Dolcino Favi gliela toglie? Perché un pm non può indagare sul ministro che ne ha appena chiesto il trasferimento. È incompatibile. Infatti, una delle più grandi bugie della pubblicistica pro de Magistris è che Mastella abbia voluto mandar via da Catanzaro l'eroico magistrato dopo aver saputo di essere finito sott'inchiesta. Falso: il ministro ben tre settimane prima dell'iscrizione ne aveva chiesto l'allontanamento sulla base di una relazione degli 007 di via Arenula per i casini combinati in un'altra inchiesta-flop, Toghe Lucane. Prima, e non dopo. Differenza sostanziale. L'avocazione di “Why not”, peraltro, viene confermata anche dalla Cassazione. Dunque: dov'è lo scippo?
Il conto Bella Chioma. Una delle più grandi sviste dell'inchiesta è il conto Bella Chioma. De Magistris e i suoi segugi finanziari trovano un conto corrente chiamato “Bella Chioma” dove, ipotizzano, transitino i soldi incassati da Saladino con i suoi mille magheggi. È la pistola fumante? Macché: la signora Cinzia Bellachioma (scritto tutt'attaccato) è la moglie di Saladino. E sul suo conto passa solo il mutuo per l'acquisto di una casa a Milano per i figli universitari.

Concludiamo con un'autocitazione di de Magistris estratta dal suo libro. Una frase che dev'essere riportata ai giorni nostri. Quelli della sospensione e dell'attacco furibondo alle Istituzioni: Eccola: “È quasi un miracolo – scrive – se il mio equilibrio psicofisico è rimasto integro, se non ho perso la bussola, se ho mantenuto fermo il baricentro della mia azione. I miei valori sono saldi. Sono credente, ho la certezza di avere avuto Gesù al mio fianco”.
Fate partire i titoli di coda.

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