Inchiesta petrolio, Anm: “Parole di Renzi inopportune e inconsistenti”
Durante la direzione del Partito democratico di lunedì il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva paragonato i tempi dell'inchista Tampa Rossa della Procura di Potenza a quelli – quattro anni – che separano le Olimpiadi. La reazione dell'Associazione nazionale magistrati non si è fatta attendere, e ieri è arrivata la replica di Salvatore Colella, presidente della sezione Anm Basilicata e sostituto procuratore a Potenza, secondo cui le dichiarazioni del premier "sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti", perché arrivano in un momento molto delicato dell'inchiesta "con un intervento ‘a gamba tesa'". Si tratta di "insinuazioni", che, secondo Colella, "quantomeno viziate da un interesse di parte, inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Total nel processo ‘Totalgate'". Il riferimento è alle nove condanne a quarantasette anni complessivi contro imprenditori, amministratori locali manager Total nel processo Totalgate per corruzione, concussione e turbativa d’asta risalenti al 2008.
"Se è vero che in un paese civile, come dice Renzi, “i processi arrivano a sentenza' e noi abbiamo dimostrato di saperlo fare – ha attaccato il presidente di sezione della Basilicata – è anche vero che in un paese civile ‘il governo rispetta il lavoro dei magistrati', sempre, anche quando toccano la propria parte politica. Ci saremmo aspettati la stessa intransigenza e fermezza di condanna annunciata dal Presidente in occasione di altre inchieste di rilievo nazionale".". Poche ore prima parole ugualmente dure erano state utilizzate dal segretario uscente dell’Anm Maurizio Carbone, che in una intervista a Repubblica aveva accusato il presidente del Consiglio di "banalizzare le inchieste, quasi ridicolizzandole, così da delegittimare i pm che le stanno portando avanti".
Un tentativo di smorzare la tensione è stato fatto dallo stesso Renzi, durante la sua diretta Facebook e Twitter di ieri. "Quando dico che voglio che le sentenze arrivino è perché non ne posso più di opere pubbliche che si bloccano e di ladri che restano fuori", ha detto, sostenendo di non accusare i magistrati ma "un sistema che non funziona, voglio mettere in galera i ladri, per questo incalzo i magistrati perché siano veloci".