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Inchiesta P4: il CSM sospende Papa. Berlusconi invita i suoi a votare No all’arresto

La decisione del Consiglio Superiore della Magistratura è arrivata questa mattina dopo l’audizione del magistrato sotto inchiesta per la P4. La decisione di ieri della giunta a procedere, a favore dell’arresto di Papa, sarà votata mercoledì prossimo alla Camera.
A cura di Antonio Palma
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Alfonso Papa

Stamattina la Prima sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, dopo circa un’ora di Camera di consiglio, ha deciso la sospensione di Alfonso Papa dalle funzioni e dallo stipendio. La delibera è stata presa a porte chiuse, dopo un’audizione dello stesso parlamentare. Alfonso Papa è già in aspettativa dal ruolo di magistrato, per svolgere le funzioni di parlamentare, ma con questa decisione non ritornerà a percepire lo stipendio di magistrato nemmeno se si dimettesse da Montecitorio. Il Csm si riserva di decidere la sospensione in via definitiva solo dopo l’esito del processo penale che lo vede coinvolto.

Già ieri per il magistrato sotto inchiesta nell'indagine sulla P4 ed accusato di estorsione e concussione, era stata una giornata non facile. Precedentemente la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera aveva dato il suo via libera all’arresto chiesto dalla Procura di Napoli, dopo un iter travagliato e discusso, che aveva visto l’astensione dei due rappresentanti della Lega al momento del voto. In serata, dopo un colloquio di meno di mezz’ora con il premier, il politico si era autosospeso dal gruppo parlamentare del Popolo della libertà, con una lettera inviata a Cicchitto nella quale dichiarava l’amore per il partito, “i valori del partito sono radicati nella mia coscienza, ma non voglio in alcun modo possa essere utilizzato o strumentalizzato per campagne mediatiche o politiche che francamente esulano dalla mia vicenda personale che considero semplicemente un caso di mala giustizia e di persecuzione".

Berlusconi, intanto, ricomparso dopo una settimana di silenzio per votare la fiducia alla manovra alla Camera, dopo aver ricevuto Alfonso Papa e aver deciso insieme le sue dimissioni dal gruppo, è tornato sulla questione, ribadendo la sua idea che non vanno fatti processi in Aula e quindi invita i suoi e la stessa Lega a votare contro l’arresto, "Noi non facciamo processi in aula, sosteniamo il non arresto. La magistratura andrà avanti ma chi è parlamentare deve mantenere il suo incarico. Votare a favore dell'arresto di deputati sarebbe un precedente pericolosissimo". La Lega, però, prima con Reguzzoni e poi con lo stesso Bossi, ha assicurato che voterà sì all'arresto, “Papa andrà in galera” è stata la perentoria dichiarazione del Senatur in serata”.

“Mi rimetto alle determinazioni dell'Aula”, è stato il primo commento di Papa che molto tranquillamente ha dichiarato “il carcere non mi fa paura se dovrà servire a veder trionfare la verità e la mia innocenza, di cui sono certo". Papa, comunque, fino a quando un'eventuale sentenza di condanna non passerà in giudicato, non decadrà dall'incarico di parlamentare.

Mercoledì 20 luglio, comunque, l'Assemblea di Montecitorio dovrà votare la proposta della Giunta. In caso passasse il sì all’arresto, Papa andrebbe in carcere, anche se con tutti i benefici appartenenti alla carica di parlamentare: diritto a percepire l'indennità parlamentare e a presentare proposte di legge, interrogazioni, interpellanze e mozioni. Nell’attesa di saper cosa succederà mercoledì, inizia a trapelare l’idea di chiedere il voto segreto, magari per avere l’aiutino di qualche uomo di sinistra.

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