Inchiesta mascherine Covid, per l’ex commissario Arcuri chiesta condanna a un anno e quattro mesi
Un anno e quattro mesi di carcere. Questa è la richiesta della Procura di Roma per Domenico Arcuri, ex commissario straordinario all'emergenza Covid-19. L'accusa è di abuso d'ufficio, è l'ambito è quella dell'indagine per la fornitura di mascherine inviate dalla Cina all'inizio della pandemia. Già da diversi anni era emerso che Arcuri fosse indagato per abuso d'ufficio, mentre per l'accusa di corruzione la Procura di Roma aveva già nel 2021 chiesto l'archiviazione. Ora, si è arrivati al momento del processo con rito abbreviato, e la richiesta degli inquirenti ora andrà in mano a un giudice: non si svolgeranno udienze, ma la decisione avverrà sulla base degli atti raccolta finora dalla Procura. I pubblici ministeri Fabrizio Tucci e Gennaro Varone, insieme alla condanna per Arcuri, hanno anche chiesto una decina di rinvii a giudizio per gli altri imputati, che a differenza di Arcuri hanno scelto il rito ordinario.
Arcuri aveva guidato la commissione straordinaria per l'emergenza Covid-19 dal marzo 2020 al marzo 2021, per poi essere sostituito dal generale Francesco Figliuolo con l'avvento del governo Draghi. Poche settimane dopo era arrivata la notizia dell'indagine per peculato. Nell'ottobre 2021 era stato interrogato dalla Procura di Roma. L'inchiesta coinvolgeva anche diversi imprenditori, tra cui Jorge Edisson Solis San Andreas e il giornalista Rai Mario Benotti (morto nel giugno 2023). Quest'ultimo era accusato dagli inquirenti di traffico di influenze illecite: secondo i procuratori avrebbe sfruttato le proprie relazioni con Arcuri per far avere ad alcuni suoi collaboratori una sorta di esclusiva nella mediazione sulle trattative per le forniture di mascherine. Nel complesso l'inchiesta riguardava l'acquisto di circa 800 milioni di mascherine protettive, per un affare totale da 1,25 miliardi di euro. L'accusa è che si fosse formato un "comitato d'affari" per guadagnare dagli acquisti.