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Inchiesta in Liguria e arresto di Giovanni Toti

Caso Toti, Paolo Emilio Signorini esce dal carcere dopo due mesi: andrà ai domiciliari

Accolta la richiesta di terminare la detenzione in via cautelare in carcere per Paolo Emilio Signorini: la giudice per le indagini preliminari ha stabilito che l’ex ad di Iren potrà andare agli arresti domiciliari. Arrivato il via libera anche per gli incontri politici del presidente della Liguria Giovanni Toti, incluso quello con Matteo Salvini.
A cura di Luca Pons
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Il giudice per le indagini preliminari di Genova Paola Faggioni, che nelle scorse settimane si è occupata dell'inchiesta per corruzione sul presidente della Liguria Giovanni Toti e non solo, ha stabilito che Paolo Emilio Signorini potrà lasciare il carcere di Marassi, in cui si trovava dallo scorso 7 maggio. L'ex ad di Iren, licenziato per giusta causa a fine giugno, ed ex presidente dell'Autorità portuale potrà andare agli arresti domiciliari in una casa affittata dal fratello a Genova.

Di cosa è accusato Signorini e cosa farà adesso

Signorini ieri ha compiuto 61 anni, ed è accusato di corruzione e di aver avuto rapporti "inappropriati" a livello economico con l'imprenditore Aldo Spinelli. Avrebbe accettato regali (tra cui vacanze di lusso pagate a Montecarlo, fiches per i casinò, borse e gioielli di marca da regalare) in cambio di favori quando guidava l'Autorità portuale del Mar ligure occidentale, un ambito chiaramente di interesse per l'imprenditore del settore logistico e portuale. Dopo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi, comunque, potrà uscire dal carcere preventivo. Resta comunque il divieto di comunicazioni con l'esterno, con l'unica eccezione dei parenti con cui convive.

Solo pochi giorni fa, il Tribunale del Riesame di Genova aveva respinto la seconda richiesta di revocare la carcerazione. Tra le motivazioni c'era proprio il fatto che Signorini non avesse trovato un'abitazione adatta, con un parente che potesse assisterlo quotidianamente per rispettare il divieto di comunicazioni con l'esterno. Sarà la figlia a trasferirsi a Genova con lui.

Via libera all'incontro Toti-Salvini, no ai parlamentari M5s

La gip Faggioni ha anche deciso su un altro tema: gli incontri politici del presidente della Liguria Giovanni Toti. Toti si trova agli arresti domiciliari nella sua villa ad Ameglia, in provincia di La Spezia. Come atteso, dopo il parere positivo della Procura arrivato ieri, anche la giudice per le indagini preliminari ha concesso tre incontri al presidente della Regione che, al momento, è ancora in carica. Oltre a due assessori regionali, Toti incontrerà anche Matteo Salvini, che nelle scorse ore lo ha difeso apertamente. Gli altri due faccia a faccia saranno con gli assessori Marco Scajola e Giacomo Giampedrone.

Al contrario, la giudice ha respinto l'istanza dei parlamentari liguri del Movimento 5 Stelle che avevano chiesto di poter incontrare Giovanni Toti. La richiesta è stata giudicata "inammissibile", dato che il meccanismo prevede che sia la persona indagata a chiedere l'autorizzazione a ricevere visite, come il presidente della Liguria ha fatto per Salvini e gli altri. Niente da fare quindi per il senatore Luca Pirondini e il deputato Roberto Traversi, che avevano chiesto di poter parlare a Toti "per dirgli una cosa: di dimettersi per salvaguardare il futuro della nostra Regione".

In Liguria le opposizioni chiedono nuove elezioni

Nel frattempo continua la protesta delle opposizioni, che chiedono che Toti abbandoni la posizione di presidente e dia le dimissioni, in quanto non è possibile gestire la Regione dai domiciliari. Giovedì 18 luglio è atteso a Genova un sit-in con i leader del campo largo – non ci saranno Italia viva e Azione – mentre oggi i gruppi dell'opposizione in Regione hanno firmato una lettera al presidente del Consiglio regionale per chiedere nuove elezioni.

La lettera ha parlato dello "stallo di cui è vittima la Liguria" e la "situazione surreale in cui versa l'amministrazione regionale". La giunta, infatti, "politicamente dimostra quotidianamente la propria incapacità di gestire le grandi criticità". L'accusa è che la maggioranza tenga "bloccata la Regione in attesa di individuare un nuovo candidato presidente, dopo il fallimento politico di Toti. Un inaccettabile stillicidio, tra incertezze, dubbi, retromarce, mere azioni di sopravvivenza per garantirsi qualche ulteriore mese in più, nel vuoto assoluto di governo".

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