Inchiesta Liguria, oggi il voto di sfiducia contro Toti: perché il presidente non darà le dimissioni
Il Consiglio regionale della Liguria si riunirà questa mattina alle 10 e, se necessario, andrà avanti a oltranza. All'ordine del giorno c'è un solo punto: la mozione di sfiducia nei confronti di Giovanni Toti. Il presidente ligure è agli arresti domiciliari dal 7 maggio, con le accuse di corruzione e atti contrari ai doveri d'ufficio. Nelle ultime settimane gli interrogatori coordinati dalla Procura di Genova hanno sollevato l'attenzione sui legami tra mondo politico ed economico che lo stesso Toti ha poi rivendicato, dicendo che non ci fosse nulla di illegale e che al primo posto ci fosse sempre l'interesse pubblico.
Dal giorno dell'arresto, Toti è stato sostituito dal vicepresidente Alessandro Piana. L'opposizione invece si è mossa presentando una mozione di sfiducia. Mozione che, però, ha ben poche possibilità di avere successo. Infatti, fino ad ora il centrodestra non ha smesso di supportare pubblicamente il presidente Toti, e i numeri in Consiglio regionale sono piuttosto netti. Ci sono dodici consiglieri dell'opposizione, e diciotto della maggioranza. Anche se ci fossero un paio di assenze impreviste, non sembra possibile che la sfiducia venga approvata.
Dall'altra parte, per ora sembra ancora meno possibile che sia Toti a rassegnare le dimissioni. I suoi sostenitori hanno chiarito a più riprese, negli ultimi giorni, che ora l'ipotesi di lasciare il suo incarico è lontana, e che il presidente ha intenzione di andare avanti. È emerso anche dal tono di una lettera che lo stesso Toti ha scritto alla propria maggioranza, da leggere questa mattina prima dell'incontro del Consiglio regionale. L'ha consegnata personalmente negli scorsi giorni a Giacomo Raul Giampedrone, suo amico e potente assessore (con ben quindici deleghe, più di qualunque altro assessore regionale in Italia). La visita di Giampedrone è stata la prima concessa a Toti, nella sua villa ad Ameglia.
Nel testo non si risparmiano attacchi alle opposizioni – che con "una miopia politica dai rari precedenti" tentano "una spallata politica che non solo non riuscirà nei numeri, ma conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la loro inadeguatezza a guidare questa Regione". Il tono, insomma, è battagliero: "Dopo un decennio di sconfitte politiche ed elettorali, la classe dirigente della sinistra, che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, oggi intravede, grazie a una inchiesta della magistratura che al momento è solo tale, senza alcun rinvio a giudizio e tanto meno senza condanne, la possibilità di recuperare un po' del terreno perduto". E per di più resta la "certezza che la maggioranza dei liguri comprendano e apprezzino il cammino fatto e i risultati raggiunti dal nostro governo".
Non sembra proprio aria di dimissioni. Anche se al momento Toti resta ai domiciliari, e i suoi legali non hanno presentato la richiesta per sollevare la misura cautelare. D'altra parte, la giudice fino ad ora ha negato in diversi casi l'allentamento delle misure. In particolare, l'ex presidente dell'Autorità portuale ed ex ad di Iren Paolo Emilio Signorini dovrà restare in carcere: è stata respinta la richiesta dei suoi avvocati di trasferirlo agli arresti domiciliari. Infatti, secondo la gip Faggioni non sono cambiate le "esigenze cautelari", e neanche il rischio di inquinare le prove o reiterare il reato.