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Inchiesta in Liguria e arresto di Giovanni Toti

Inchiesta Liguria, nuovi domiciliari per Giovanni Toti: è accusato anche di finanziamento illecito

Il Tribunale di Genova ha disposto nuovi arresti domiciliari per il presidente della Liguria Giovanni Toti: la misura cautelare si è resa necessaria anche per l’inchiesta sui finanziamenti illeciti. L’accusa è che Esselunga avrebbe pagato in modo occulto una tv privata per trasmettere degli spot elettorali da Terrazza Colombo, a Genova.
A cura di Luca Pons
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È scattata oggi una nuova misura cautelare ai danni del presidente della Liguria Giovanni Toti: la giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha disposto nuovamente gli arresti domiciliari, questa volta per l'accusa di finanziamento illecito legato al caso degli spot elettorali che – secondo gli inquirenti – sarebbero stati pagati in modo poco trasparente da Esselunga e proiettati sul maxischermo di Terrazza Colombo in centro a Genova. Toti si trova già ai domiciliari dal 7 maggio, a seguito delle indagini su episodi di presunta corruzione. Per finanziamento illecito risultano indagati anche l'ex braccio destro di Toti Matteo Cozzani, l'ex senatore e proprietario di Primocanale Maurizio Rossi e l'ex consigliere di Esselunga Francesco Moncada.

Perché sono scattati nuovi arresti domiciliari per Giovanni Toti

L'accusa afferma che Esselunga avrebbe versato 55.600 euro alla televisione privata genovese Primocanale in occasione delle elezioni comunali del 2020, quelle vinte dall'attuale sindaco Marco Bucci (che non è indagato). Questi pagamenti, mirati a far trasmettere uno spot elettorale in una zona molto visibile del capoluogo, sarebbero stati "offerti da Esselunga Spa in modo occulto", ovvero "senza alcuna delibera da parte dell'organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta". Con questi soldi, la tv "formalmente avrebbe dovuto pubblicizzare solo Esselunga", ma in realtà i pagamento "avrebbe coperto i costi anche dei passaggi pubblicitari per la campagna elettorale della lista Liguria al centro Toti per Bucci".

Anche in questo caso quindi sarebbero necessari gli arresti domiciliari per Toti, secondo la giudice, perché c'è il pericolo di reiterare il reato. Un pericolo che si deduce "dalle modalità stesse della condotta e dalla personalità dell'indagato". Il rischio peraltro è concreto soprattutto considerando che il presidente "continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e cariche pubblicistiche con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti".

La misura comunque non allunga il tempo degli arresti domiciliari già in vigore: la scadenza resta fissata a inizio novembre. Un rischio però è che saltino gli incontri con esponenti politici che erano stati autorizzati. Il primo si è svolto ieri, mentre per domani era previsto quello con Matteo Salvini, che potrebbe essere annullato. Per Toti ci sarà un nuovo interrogatorio di garanzia davanti alla giudice Faggioni, che dovrà fissarlo entro dieci giorni. A difendere il presidente ligure sarà sempre l'avvocato Stefano Savi.

Dal Csm pratica disciplinare contro i giudici di Genova

La notizia arriva proprio nel giorno in cui molti leader dell'opposizione si riuniranno a Genova per un sit in di protesta che chieda le dimissioni di Toti. Un evento a cui hanno deciso di non partecipare Azione e Italia viva, affermando che la vicenda giudiziaria (ancora alla fase delle indagini preliminari) non deve influire sulle decisioni politiche.

Oggi intanto il Consiglio superiore della magistratura ha aperto una pratica per valutare provvedimenti disciplinari nei confronti dei giudici del Tribunale del Riesame di Genova che hanno rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari fatta da Toti nelle scorse settimane. La pratica è nata su richiesta di due componenti laiche del Csm, Claudia Eccher e Isabella Bertolini, in quota centrodestra. L'obiettivo, ha fatto sapere il Consiglio con una nota, è valutare il comportamento dei giudici "in relazione ai richiami etici e alle considerazioni ironiche, che scadono nell'irrisione dell'indagato, contenuti nell'ordinanza del Tribunale del Riesame".

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