Inchiesta Liguria, di cosa parleranno Matteo Salvini e Giovanni Toti nel loro incontro
L'incontro tra il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il presidente della Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio e indagato per corruzione e altre ipotesi di reato, non è ancora certo ma sembra sempre più probabile. Oggi è arrivato il via libera della Procura, e manca ancora quello della giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, atteso nelle prossime ore. Nelle scorse settimane sono già stati autorizzati tre ‘giri' di incontri per il presidente ligure: in questo quarto, oltre a Salvini, ci sarebbero anche gli assessori regionali Giacomo Giampedrone e Marco Scajola.
Oggi il segretario della Lega era in visita a Genova per un evento e non ha mancato di commentare sul caso Toti. Rispondendo alle domande dei cronisti riguardo ai temi sul tavolo, ha detto: "Conto di incontrarlo il prima possibile", ha affermato, "e parleremo di futuro".
In particolare, il leader del Carroccio ha smentito che si intenda discutere di dimissioni e elezioni anticipate: "No, c'è un governatore eletto e questo rimane. Quando ci sarà la scadenza penseremo ai prossimi candidati". Le elezioni liguri dovrebbero tenersi nel 2025, e in ogni caso Toti non potrà ricandidarsi come presidente di Regione perché ha già svolto due mandati. Ma, stando a quanto affermato, questo non sarà tra gli argomenti di conversazione se i due potranno incontrarsi: "Parleremo di lavoro, perché le inchieste non possono fermare i cantieri né a Genova né in Liguria né in tutta Italia".
Salvini contro i giudici sul caso Toti
Oggi Salvini ha colto l'occasione per tornare ad attaccare i magistrati che si stanno occupando delle indagini: "Nel mondo non succede spesso che si tenga agli arresti qualcuno eletto dai cittadini prima ancora che inizi un processo, questo è abbastanza particolare", ha detto, lanciando poi una polemica sul piano giuridico: "Il pericolo di fuga non penso che riguardi Toti, il pericolo di inquinamento delle prove dopo tre o quattro anni di intercettazioni mi sembra curioso". E infine "anche la reiterazione del reato, con tutto quello che è accaduto mi sembra che sarebbe l'ultima delle cose che chiunque avrebbe intenzione di fare. Siccome il codice penale prevede queste tre fattispecie per tenere agli arresti qualcuno, che gli abbiano confermato gli arresti è curiosa come cosa. Però rispetto quello che fanno, e andrò a parlare di lavoro invece che in Regione a casa sua".
In realtà, quando la settimana scorsa il Tribunale del Riesame di Genova ha stabilito per la seconda volta che Toti deve restare ai domiciliari, ha chiarito il perché nella sentenza. Tra i rischi citati da Salvini, infatti, quello che resta è che il presidente ligure reiteri il reato, secondo i giudici: "Se è stato necessario per l'indagato farsi spiegare dagli inquirenti che è vietato scambiare la promessa o l'accettazione di utilità di qualsiasi tipo con favori elargiti nell'esercizio della propria funzione pubblica", hanno scritto, "continua indubbiamente a sussistere il concreto e attuale pericolo che egli commetta altri fatti di analoga indole".
Il segretario della Lega ha insistito: "Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi. Però guardare con sospetto sia gli imprenditori che i sindaci che gli amministratori fermerebbe il Paese. Servono italiani perbene che in maniera trasparente finanzino la politica, perché la politica è quella che sta portando lo sviluppo di Genova e della Liguria".
Le opposizioni annunciano manifestazione a Genova
Oggi intanto alcuni leader dell'opposizione hanno annunciato che giovedì 18 luglio a Genova si terrà una manifestazione "sul futuro della Liguria che non può continuare ad essere ostaggio della vicenda giudiziaria di Giovanni Toti". In piazza sono attesi vari esponenti del cosiddetto campo largo, tra cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, il presidente del M5s Giuseppe Conte e i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Non ci saranno, invece, i componenti di Italia viva e Azione, fin dall'inizio contrari alle richieste di dimissioni sulla base delle indagini preliminari: "Quando il campo largo decide di indossare la maglia dei giudici, la partita si perde comunque. La politica è un'altra cosa, fa un altro mestiere, che non è quello dei magistrati", ha scritto sui social la deputata di Iv Isabella De Monte. A sua volta, Carlo Calenda ha confermato che non andrà: "È insopportabile usare a fini politici le inchieste della magistratura. Le dimissioni di Toti le abbiamo più volte chieste per ragioni politiche, prima delle inchieste giudiziarie. Dopo l'esplosione del caso mediatico-giudiziario abbiamo sempre raccomandato alla maggioranza di valutare l'opportunità, per il bene della Liguria, di non lasciare la Regione in una condizione di paralisi. Ma si tratta di valutazioni politiche e non giudiziarie".