Inchiesta Covid, la Procura chiede l’archiviazione per Conte e Speranza: insorgono i parenti della vittime
Il Tribunale dei Ministri potrebbe archiviare l'indagine nei confronti di Giuseppe Conte e Roberto Speranza: l'ex premier e l'ex ministro della Sanità sono indagati nell'inchiesta Covid che sta accertando la gestione della prima ondata pandemica nella Bergamasca. A chiedere l'archiviazione al Tribunale dei Ministri è la Procura di Brescia: spetterà ai giudici tra qualche giorni decidere se accettare o meno.
Le ipotesi di reato sono si epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. Nel dettaglio, l'ex presidente del Consiglio è indagato per la mancata zona rossa nei Comuni di Alzano Lombardo e Nembro, mentre l'ex ministro della Salute per non aver attuato il piano pandemico.
Come si è difeso Conte davanti al Tribunale dei Ministri
La Procura si è espressa qualche giorno dopo che lo scorso 10 maggio gli ex esponenti del governo si sono difesi davanti al Tribunale dei Ministri. L'avvocata dell'ex presidente del Consiglio, Caterina Malavenda, al termine dell'interrogatorio aveva detto: "Ha chiarito tutto. Ha raccontato quello che successo, è stato esauriente e ha spiegato la sua posizione di quel giorno. Sono soddisfatta, noi ci fidiamo della giustizia".
Giuseppe Conte, ora leader del M5s, non può che accogliere positivamente la richiesta di archiviazione da parte dell'accusa. Dopo aver appreso la notizia ai suoi avrebbe detto – come riporta La Repubblica – di "avere avuto sempre piena fiducia nell'operato dei magistrati". Dovrà attendere tra qualche giorno la sentenza del giudice.
I famigliari delle vittime contro l'archiviazione
Assolutamente contrari l'associazione dei familiari della vittime Covid che vivono questa richiesta di archiviazione come un tradimento alla memoria dei loro cari defunti. "Con i nostri legali – scrivono in una nota – da 3 anni ci battiamo per fare memoria e per ottenere la verità. Ora toccherà al Tribunale dei Ministri esprimersi: la questione non è chiusa, confidiamo nella presa di coscienza di quanto accaduto, perché il Covid19 non è stato uno tsunami come ci vogliono far credere: molte morti si sarebbero dovute evitare e qualcuno è responsabile di ciò".
Gli avvocato che seguono i parenti della vittime, ovvero i legali Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini, Alessandro Pedone, fanno sapere di attendere le motivazioni con cui la Procura ha avanzato la sua richiesta. E fanno sapere che considerano questa richiesta "poco rispettosa, sotto il profilo squisitamente umano, della memoria delle vittime e dei familiari sopravvissuti che chiedono che la verità emerga all'esito di un procedimento in contraddittorio, come prevede peraltro un ordinamento democratico".