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Inchiesta in Liguria e arresto di Giovanni Toti

Inchiesta corruzione Liguria, cosa ha detto Paolo Signorini ai pm nell’interrogatorio di tre ore

È durato circa tre ore l’interrogatorio di Paolo Emilio Signorini, nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria che coinvolge il governatore Toti. Ecco cosa ha detto l’ex presidente dell’Autorità portuale del ed ex ad di Iren ai pm.
A cura di Annalisa Cangemi
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È durato circa tre ore l'interrogatorio ieri di Paolo Emilio Signorini, unico indagato in carcere dallo scorso 7 maggio. Dopo le nove ore di interrogatorio di Giovanni Toti, la scorsa settimana, l'ex presidente dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale ed ex ad di Iren è stato sentito ieri dai pm nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione sul presunto sistema Liguria, intreccio tra politica e affari, che ha investito anche il governatore della Regione, finito ai domiciliari.

L'interrogatorio si è svolto in procura, all'interno del tribunale di Genova dove l'ex numero uno del porto è stato accompagnato con un mezzo della polizia penitenziaria dal carcere di Marassi dov'è recluso. Un interrogatorio chiave per ricostruire la posizione dello stesso Signorini, che ha cercato di chiarire quanto più possibile la sua posizione, a partire da quanto gli viene contestato, l'accusa di corruzione ma anche i rapporti con il terminalista e imprenditore portuale Aldo Spinelli.

Signorini avrebbe respinto ogni accusa, e parallelamente anche gli episodi emersi dalle intercettazioni, telefoniche ed ambientali, dalle quali nasce l'ipotesi dell'inchiesta legata a appunto agli episodi di corruzione da parte di Spinelli, con regali benefit e denaro, per agevolare una serie di pratiche portuali.

Paolo Emilio Signorini "ha riconosciuto la sostanziale inappropriatezza di una frequentazione di quello che ha sempre ritenuto e che ritiene tutt'ora un amico (ndr Aldo Spinelli). Col senno di poi ha capito che non era un comportamento adeguato, ma tutto il suo operato è stato fatto nell'interesse del porto e degli operatori portuali", hanno detto gli avvocati Enrico e Mario Scopesi dopo l'interrogatorio.

"Siamo moderatamente soddisfatti – hanno spiegato i legali -, è andata abbastanza bene. Ha risposto a tutte le domande, una dozzina, e poi ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Ha respinto ogni addebito, ha respinto le accuse di corruzione e di aver svenduto la funzione a interessi privati". I 15 mila euro "li ha presi da una amica, non da Spinelli, e glieli ha restituiti con le vincite al Casinò. Ha operato per il mantenimento dell'equilibrio degli operatori portuali".

Sul tema dei rapporti con Spinelli, con il quale ha condiviso weekend a Monte Carlo, serate al Casinò, durante il colloquio con i pm secondo i legali Signorini ha poi negato la promessa qualunque genere di incarico a Roma. "La promessa di un impiego la contesta fermamente – ha aggiunto l'avvocato  non è mai stata una promessa, non ha mai avuto nessuna serietà e non c'è mai stato nessun impiego, ha escluso anche che fosse solo astrattamente possibile per le regole che vietano a chi riveste determinate posizioni di assumere incarichi privati in determinate aziende".

Ancora sulla pratica del rinnovo della concessione sull'area del terminal Rinfuse Signorini "ha iniziato la ricostruzione e la pratica per lui è stata seguita regolarmente. Era iniziata tre anni prima, non fatta frettolosamente", ha sottolineato la difesa che nelle prossime ore valuterà un'eventuale istanza per l'attenuazione della misura cautelare.

Nella giornata di ieri è invece arrivata notizia del no da parte del gip all'istanza di revoca degli arresti domiciliari avanzata dai legali di Aldo Spinelli, l'imprenditore portuale resterà quindi agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Quarto a Genova per un rischio di reiterazione dei reati. Corretto anche il verbale dell'interrogatorio del figlio Roberto che aveva parlato di richieste di "finanziamenti legali" ricevute da Toti e non "illegali" come inizialmente era stato trascritto.

L'opposizione insiste: "Toti si deve dimettere"

"La politica dovrebbe approfittare" delle inchieste, "per avere un sussulto di dignità. "La politica fa troppo poco, non dovrebbe lasciare spazio alla magistratura, dovrebbe da sola trovare gli anticorpi", ha detto ieri il leader del M5S Giuseppe Conte a Quarta Repubblica su Rete4. Su quanto successo in Liguria: "È normale che io vengo eletto dai cittadini, e non da Spinelli, e vado sullo yacht e mi riunisco con lui anziché capire che cosa serve ai cittadini liguri? È un sistema limpido o marcio?", ha aggiunto. "Toti si deve dimettere, si va a votare e vediamo se lo votano", ha affermato. "In Liguria c'era una cupola".

Ma la maggioranza continua a blindare Toti. Secondo Matteo Salvini il governatore della Liguria "in questi anni ha fatto un lavoro enorme e straordinario per la sua gente e per i suoi cittadini… Io non sopporto quelli che conoscono e stimano il lavoro di una persona per tanti anni e poi quando questa persona ha un problema, si dimenticano di conoscerla", ha detto il vicepremier nel corso della puntata di Quarta Repubblica su Rete 4.

"Io – ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture – ritengo che Genova e la Liguria in questi anni stiano avendo una riscossa incredibile" e "ritengo che Giovanni Toti sia stato uno dei tanti bravi protagonisti di questo rinascimento ligure, poi i giudici faranno la loro strada spero in fretta". E sull'ipotesi dimissioni ha commentato così: "Ma perché… No, sarebbe la resa di uno Stato democratico".

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