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In zona bianca al massimo in 6 per tavolo al chiuso: le nuove regole per bar e ristoranti

“Fino al 21 giugno in zona bianca il consumo al tavolo negli spazi al chiuso è consentito per le attività dei servizi di ristorazione per un massimo di sei persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”: lo afferma un’ordinanza firmata dal ministro Speranza. In zona gialla, invece, le regole non cambiano.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Fino al 21 giugno in zona bianca il consumo al tavolo negli spazi al chiuso è consentito per le attività dei servizi di ristorazione per un massimo di sei persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi": è quanto afferma un'ordinanza firmata dal ministro della Salute.  Da giorni si discuteva del limite, rimasto dalle regole precedenti, che serviva a evitare le lunghe tavolate che non si vedono dalla scorsa estate. Il compromesso raggiunto, però, riguarda solo la zona bianca.

Le Regioni, che da giorni insistevano sull'eliminazione del limite, sono in pressing per estendere la misura anche in zona gialla. Per ora, però, la novità riguarda solo la zona bianca. Perciò per le Regioni che si trovano in giallo resta il limite dei 4 non conviventi allo stesso tavolo. Nelle prossime settimane molti territori si sposteranno in zona bianca, tanto che a metà giugno la maggior parte delle Regioni potrebbe essere nella fascia che permette di anticipare le riaperture. Inoltre il 21 giugno verrà abolito il coprifuoco e, per allora, sembra probabile che venga eliminato anche il limite all'interno dei ristoranti almeno in zona bianca.

Nei giorni scorsi oltre alle Regioni anche diversi esponenti di governo si erano espressi sul superamento del limite: "Dobbiamo mettere tutto il Paese nelle condizioni di lavorare – scriveva Luigi Di Maio su Facebook – Non dobbiamo mettere altri limiti, ma togliere quelli esistenti, in modo graduale e in sicurezza". La ministra Gelmini aggiungeva: "Torniamo alla normalità". Il ministro Speranza, a margine del G7 di Oxford, aveva ricordato che è importante "proseguire in un percorso di gradualità, perché è giusto riaprire ma passo dopo passo", ma anche che bisogna "sempre distinguere l'aperto dal chiuso, perché al chiuso ci sono molti più rischi".

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