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Covid 19

“In spiaggia e in acqua rischi di contagio bassissimi”: come andremo al mare

Con la fase 2 alle porte le Regioni studiano modi per consentire ai cittadini di accedere alle spiagge in sicurezza: si pensa a postazioni nei lidi prenotate con anticipo e alla presenza di vigili per effettuare controlli tra i bagnanti. Rezza (Iss): “L’acqua di mare non è assolutamente un problema: la diluizione garantita dal mare risolve il problema. E anche sulle spiagge non si corrono pericoli”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Come andremo in vacanza quest'estate? È la domanda che molti italiani si fanno in questo momento. La fase due è alle porte, e secondo il calendario messo a punto dal governo, si procederà a scaglioni, con ripartenza delle attività per tappe suddivise in 4 lunedì, dal prossimo 27 aprile al 18 maggio.

In un primo momento si potrà uscire dal proprio Comune, ma non sarà possibile allontanarsi dalla propria Regione. Ma se la curva dei contagi dovesse scendere ancora, e se l'indice R0, che attualmente è a 0,7, arrivasse allo zero verso metà maggio, come hanno previsto gli esperti, saranno finalmente consentiti anche gli spostamenti da una Regione all'altra. E allora gli italiani potranno andare al mare e pianificare le ferie, ma con cautela. Anche il turismo, un settore che è andato fortemente in sofferenza in questi ultimi due mesi, potrebbe quindi avere la chance di recuperare qualcosa.

"Facciamolo fare agli stranieri, ammettendoli con i dovuti controlli e, perché no, prevedendo soggiorni per almeno 16 giorni", suggerisce il professor Andrea Crisanti, ordinario all'università di Padova e direttore del laboratorio di Microbiologia del Policlinico, in un'intervista su ‘Il Mattino'. Però avverte: "Il virus sembra sensibile alle alte temperature, l'estate può essere l'occasione per recuperare tutto ciò che abbiamo perso". Ma "dimentichiamo le vacanze, pensiamo all'Italia, a recuperare, e preoccupiamoci più che altro di ottobre e novembre: che non ricominci l'epidemia".

Rezza (Iss): "Non ci si contagia con l'acqua di mare"

Le sabbia e l'acqua di mare non sarebbero un veicolo di contagio. Rassicurazioni sono arrivate da Gianni Rezza, direttore del reparto malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui nuotare o stare in spiaggia non rappresentano un pericolo: "L’acqua di mare non è assolutamente un problema: la diluizione garantita dal mare risolve il problema. E anche sulle spiagge non si corrono pericoli: pensare che se si mette una mano sulla sabbia e poi la si porti al viso si possa essere contaminati mi sembra fantascientifico".

La stagione balneare Regione per Regione

Il governo sta studiando comunque alcune soluzioni per le spiagge, che potrebbero subire delle trasformazioni nel periodo della pandemia. Tra le strategie ipotizzate c'è l'utilizzo di barriere in plexiglass nei lidi e l'impiego di vigili che effettueranno controlli tra i bagnanti. In alcune Regioni si valuta l'accesso a numero chiuso in spiaggia e posti sotto l'ombrellone prenotati anticipatamente. Quel che è certo è che la stagione balneare partirà in ritardo quest'anno.

Nel Lazio per esempio, secondo quanto ha dichiarato l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Paolo Orneli, le spiagge libere "riapriranno in sicurezza ma senza plexiglass né ombrelloni predistanziati".

In Liguria il progetto del plexiglass non convince. Il presidente genovese del Sib (sindacato italiano balneari) ha bocciato l'idea: "Per prima cosa si muore dal caldo. Poi in quel modo non gira l’aria. E in situazioni di pericolo, ha presente il labirinto degli specchi al luna park? Da bagnino posso dire che non andrei mai a fare il servizio di salvataggio in una spiaggia così. Anche perché in Liguria non ci sono gli stessi spazi dell’Adriatico. Sarebbe un handicap notevole. Un progetto accademico di dubbia applicazione pratica". E intanto la manutenzione degli stabilimenti è già partita.

In Abruzzo si pensa a un'app per la prenotazione dell'ombrellone in spiaggia, e il cittadino potrà indicare l'ora e quante persone occuperanno la postazione.

In Campania i sindaci della Costiera Amalfitana sulla app per le prenotazioni, ma anche le spiagge libere, seppure a numero chiuso, saranno accessibili. Ci saranno ‘stalli' posti secondo le distanze di sicurezza: quanto tutti saranno occupati con singoli ombrelloni, la spiaggia verrà ritenuta al completo.

In Sardegna verranno impiegati i vigili per i controlli in spiaggia. E per quanto riguarda i campeggi, Monica Saielli, presidente di Assocamping, ha spiegato che "i turisti godranno non solo di uno spazio riservato, dai 65 ai 120 mq, sulla quale ci sono camper, tenda o bungalow, ma anche di spazi comuni ampi, dove il personale delle strutture si può occupare del rispetto del distanziamento. Implementeremo inoltre nuovi turni di pulizia, disinfezione e sanificazione".

In Toscana, sulla base delle linee guida dell'Organizzazione mondiale della Sanità per il settore ricettivo, si pensa varchi separati per ingressi e uscite dagli stabilimenti, prenotazioni online e steward per l'accoglienza e l’accompagnamento dei clienti. La distanza di sicurezza tra gli ombrelloni potrebbe essere di 4,5 metri, due metri tra sdraio e lettini, che andrebbero sanificati ogni sera al momento della chiusura.

Il Veneto ha pronto un piano in 18 punti per consentire ai cittadini di andare in spiaggia in sicurezza: servizi igienici presidiati e sanificati, pronto soccorso, cabine spogliatoio, raccolta rifiuti, divieto di stazionamento, posizionamento degli ombrelloni per il distanziamento sociale, prenotazioni on line.

In Sicilia il governatore Musumeci ha detto no al plexiglass: "La Sicilia ha 1.650 chilometri di costa – ha spiegato – abbiamo un paesaggio straordinario e credo che il plexiglas si possa usare in altri ambienti ma non per fare turismo. Bastano i dispositivi".“

In Puglia, a Porto Cesareo, in spiaggia gli spazi sono stati delimitati con corde e picchetti. A Bari il sindaco Decaro ha avviato invece una mappattura della costa cittadina per individuare i tratti del litorale che sono accessibili ai bagnanti, perché non tutti potranno recarsi negli stabilimenti privati. Ma naturalmente anche nelle spiagge libere saranno vietati gli assembramenti. Per far rispettare il divieto si valuta di transennare le aree, nelle spiagge meno estese, e di monitorare gli accessi con il supporto della polizia municipale e con l'impiego delle associazioni di volontari.

In Calabria, come ha spiegato il vicepresidente nazionale vicario di Fiba (Federazione italiana imprese balneari), Vincenzo Farina, l'idea delle barriere in plexiglass non sembra percorribile: "La trovo una bufala all’italiana, viste anche le temperature che si registrano sulle nostre spiagge, una sorta di modello fantasioso, mentre noi stiamo lavorando su indicazioni pratiche", e cioè un eventuale innalzamento delle distanze minime definite a livello nazionale e che potrebbero passare dagli attuali 2,50 metri per 3 ad un aumento del 30 per cento; limitazione dei bagnanti sotto lo stesso ombrellone; impiego di figure professionali per azioni di controllo.

Nelle Marche non ha attecchito l'dea del plexiglass, ma ci saranno sicuramente postazioni distanziate, pasti serviti sotto l’ombrellone e non consumati nei bar dei lidi, steward per i controlli. A Riccione per esempio potrebbe essere introdotto il numero chiuso e la prenotazione in anticipo per evitare assembramenti.

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