In questo istante ci sono oltre 500 migranti nel Mediterraneo, in attesa di un porto sicuro
Oltre cinquecento persone attendono, nel bel mezzo del Mediterraneo, che venga loro assegnato un porto sicuro dopo essere stati salvati dalle navi umanitarie di Mediterranea Saving Humans e di Medici Senza Frontiere. 208 migranti si trovano a bordo della Mare Jonio, altri 296 sopravvissuti sono sulla Geo Barents. Ci sono anche donne e bambini: molti naufraghi presentano, ben visibili sul corpo, i segni delle violenze da cui sono fuggiti. "Siamo in attesa di sapere quando e come queste donne, uomini e bambinə, che portano i segni degli abusi e delle violenze subite nei campi di detenzione in Libia e hanno sofferto l'esperienza del naufragio, potranno sbarcare", scrive la Ong Mediterranea Saving Humans. La Mare Jonio ha chiesto alle autorità italiane un porto sicuro di sbarco, ma sta ancora aspettando una risposta. Continuano ad aspettare di fronte a Lampedusa, dove nel frattempo sono sbarcate 305 persone intercettate nella notte dalla Capitaneria di porto a 17 miglia dalla costa. In un barcone i militari della Guardia costiera hanno anche trovato il cadavere di un uomo.
I migranti a bordo della Mare Jonio continuano ad aspettare. "Mentre, a bordo, a queste persone vengono prestate le prime necessarie cure mediche, da questo pomeriggio la Mare Jonio è ancorata davanti al porto di Lampedusa, pronta a sbarcarle appena possibile", scrive ancora la Ong su Twitter, pubblicando una foto dei naufraghi ammassati nella nave.
Così come restano in attesa di un porto anche i 296 naufraghi a bordo della Geo Barents, salvati in diverse operazioni di soccorso. L'ultima ha riguardato ben 100 persone, che viaggiavano su di un barcone decisamente sovraffollato e instabile. "L'equipaggio della Geo Barents ha appena soccorso altri 100 sopravvissuti, erano ammassati su due livelli di un barcone in legno molto instabile. La maggior parte proviene dal Pakistan", ha scritto la Ong su Twitter. "Stiamo curando persone malnutrite, in leggera ipotermia, dolori generalizzati, nausea. Alcune puzzavano di carburante, stiamo valutando eventuali ustioni tra i nostri sopravvissuti", ha raccontato un'infermiera a bordo.