In quali Regioni i pazienti Covid nelle terapie intensive sono oltre la soglia critica
Non è ancora il momento di abbassare la guardia e non ci sono ancora le condizioni per allentare le misure di contenimento del virus. Preoccupano le varianti e anche se nessuna Regione si trova al momento in zona rossa questo non significa che la situazione epidemiologica non sia critica. Infatti in 5 Regioni e una Provincia autonoma nelle terapie intensive i posti letto occupati da pazienti Covid sono oltre la soglia critica: una fotografia della situazione negli ospedali che ci dice che l'emergenza non è ancora finita.
A essere al di sopra della soglia di saturazione (fissata al 30%) troviamo Umbria (56%), Abruzzo, Molise (38%), Marche, Friuli Venezia Giulia (33%) e la Provincia autonoma di Trento (36%). "In questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia, non ci sono le condizioni epidemiologiche per allentare le misure di contrasto alla pandemia. È una posizione condivisa dai nostri scienziati, dall’Iss, dal Cts", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo oggi in Parlamento.
Un discorso nel quale ha anche ricordato come i dati ci dicano che la curva sta peggiorando, con un'incidenza settimanale che supera i 200 casi ogni 100 mila abitanti in 3 Regioni e una difficoltà sempre maggiore di tracciare i positivi e i loro contatti. L'aumento dei pazienti Covid nelle terapie intensive è chiaramente un riflesso di una così elevata circolazione del virus. L'indice Rt si avvicina pericolosamente a 1 (0,99 nella media nazione) e in dieci Regioni lo supera.
L'unica via d'uscita è il vaccino: "L’Italia non si rassegna alla riduzione delle dosi. Con i vertici delle istituzioni comunitarie stiamo esercitando la massima pressione sulle aziende produttrici per trovare azioni necessarie per affrontare questo problema e vanno perseguite tutte le soluzioni possibili. Dinanzi a un’emergenza sanitaria non regge l’idea di una proprietà esclusiva dei brevetti, vanno messi a disposizione di tutti i Paesi. Il vaccino deve essere effettivamente un bene comune, accessibile a tutti, un diritto di tutti non un privilegio di pochi. Non dobbiamo coltivare una illusoria autosufficienza nazionale, ma essere un partner importante europeo", ha detto Speranza.