In primavera ci sarà il referendum sulla legge elettorale
Il Piemonte è la quinta Regione, dopo Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sardegna, ad approvare la richiesta di un referendum abrogativo sulla quota proporzionale dell’attuale legge elettorale. Di fatto, dunque, in ossequio all’articolo 75 della nostra Costituzione ("è indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali"), i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sulla possibilità di abrogare una parte della legge elettorale attualmente in vigore. Nelle intenzioni dei promotori, ricordiamo, c’è la volontà di eliminare la quota proporzionale del Rosatellum, lasciando dunque in piedi una legge elettorale maggioritaria.
Il voto del Consiglio Regionale del Piemonte è giunto al termine di una lunga battaglia tra le forze politiche, determinata anche dalla necessità di approvare il provvedimento entro il 30 settembre (termine ultimo per la “validità” della richiesta di referendum abrogativo). A favore della proposta si è espresso il centrodestra, mentre sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle (oltre che gli altri rappresentanti del centrosinistra nella Regione a guida forzista) hanno lasciato l’aula al momento del voto decisivo, dopo aver tentato in tutti i modi di far saltare l’approvazione del provvedimento presentando un numero molto elevato di emendamenti.
Alle cinque regioni, intanto, se ne sono aggiunte altre: l'Abruzzo, ma anche la Basilicata e la Liguria. A comunicarlo è il senatore della Lega Roberto Calderoli: "Anche i consigli regionali della Basilicata e della Liguria hanno dato il via libera alla richiesta di referendum per cambiare la legge elettorale abrogando la quota proporzionale. Siamo arrivati a otto Regioni dopo Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Piemonte che hanno dato il via libera nei giorni scorsi. Ci vediamo lunedì mattina alle 11 in Corte di Cassazione per il deposito del quesito referendario. Avanti cosi".
Quando si voterà per il referendum abrogativo
Non c’è ancora una data precisa, ma tutto lascia pensare che il voto possa essere calendarizzato già nella prossima primavera. Toccherà prima di tutto alla Corte Costituzionale esprimersi sulla validità della richiesta, poi andrà fissata la data, che può essere compresa soltanto nell’intervallo fra il 15 aprile e il 15 giugno. Nel frattempo, il Parlamento potrebbe anche intervenire sulla materia oggetto del quesito, facendolo decadere. Proprio per questo il leader della Lega Matteo Salvini, tra i principali promotori della raccolta referendaria, è intervenuto in modo piuttosto duro: “State tranquilli proveranno a fermare anche questo referendum, ma raccoglieremo milioni di firme […] Sono convinto che la primavera prossima avremo un referendum sul maggioritario, finalmente potranno votare 60 milioni di italiani. Chi vince governa, chi perde non rompe le palle".