In Libia le condizioni dei migranti sono inaccettabili, ma l’Italia è pronta a rinnovare il Memorandum
In Libia la situazione per quanto riguarda i diritti umani è "inaccettabile". Soprattutto in merito alle condizioni di migranti e richiedenti asilo. A dirlo, oggi, è il nuovo inviato speciale delle Nazioni Unite nel Paese, Abdoulaye Bathily, durante il suo primo intervento al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Un tema che diventa sempre più rilevante per l'Italia, con l'avvicinarsi del 2 novembre, data oltre la quale verrà automaticamente rinnovato il Memorandum di intesa con Tripoli per altri tre anni, a meno che le autorità italiane non decidano di intervenire.
"Purtroppo, la situazione dei diritti umani in Libia è ancora inaccettabile", ha spiegato il diplomatico senegalese collegato in video dalla capitale libica. Bathily ha quindi lanciato un appello per "rilasciare immediatamente" le migliaia di migranti che vengono arrestati arbitrariamente e detenuti nei campi di detenzione in Libia.
La situazione dei migranti in Libia
Diverse organizzazioni per i diritti umani da tempo chiedono all'Unione europea, e in particolare all'Italia, di sospendere la cooperazione con la Libia. Spesso infatti la conseguenza di questa attività è il respingimento di rifugiati e richiedenti asilo verso il Paese nordafricano, dove troppo spesso sono state documentate violazioni dei diritti umani dei migranti, tra detenzioni arbitrarie, stupri e torture.
"Negli ultimi cinque anni sono state oltre 85.000 le persone intercettate in mare e riportate in Libia: uomini, donne e bambini andati incontro alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni illegali", scrive Amnesty International in un appello. Per poi aggiungere: "Sono intrappolati in un Paese devastato dal conflitto, dove l’illegalità e l’impunità consentono alle bande criminali di prosperare. Molti, temendo per la propria vita e non avendo una via d’uscita sicura e legale dal paese, tentano di raggiungere l’Europa su fragili barche".
Il Memorandum di intesa tra Roma e Tripoli
Per arginare i flussi migratori nel 2017 il governo italiano, presieduto da Paolo Gentiloni e con Marco Minniti al Viminale, aveva firmato un Memorandum con la Libia. Nel 2020 era già stato prorogato per tre anni: scade quindi nel 2023, ma se non verrà revocato entro il 2 novembre 2022, il rinnovo per tre anni sarà automatico.
È per questa ragione che mercoledì prossimo, 26 ottobre, quaranta organizzazioni scenderanno in piazza a Roma per manifestare contro il rinnovo degli accordi. "Si tratta di un accordo che da ormai 5 anni ha conseguenze drammatiche sulla vita di migliaia di donne, uomini e bambini migranti e rifugiati. Dal 2017 a ottobre 2022 quasi 100.000 persone sono state intercettate in mare dalla guardia costiera libica e riportate forzatamente in Libia, un Paese che non può essere considerato sicuro", scrivono gli organizzatori.
Salvini: "Torneremo a difendere i confini"
Con l'insediamento del nuovo governo, il tema migrazioni torna a farsi caldo. Se Giorgia Meloni in campagna elettorale aveva più volte parlato di blocco navale, oggi Matteo Salvini, durante la registrazione di Porta a Porta, ha detto: "Salvare vite viene prima di tutto ma non è possibile che le navi di tutto il mondo arrivino in Italia: torneremo ad essere un Paese che fa rispettare le proprie leggi e i propri confini. L'Italia non può essere l'unico Paese di sbarco".
In questo momento ci sono centinaia di persone a largo nel Mediterraneo che attendono un porto sicuro: due navi umanitarie, la Ocean Viking e la Humanity One, si trovano al largo della Libia con a bordo complessivamente 118 migranti soccorsi in mare. E Alarm Phone ha segnalato un'imbarcazione con 400 persone in difficoltà: sarebbero in mare da quattro giorni, dopo essere fuggiti dalla Libia.