In Italia un lavoratore su dieci fa più di 50 ore a settimana
Sono 2,2 milioni di persone circa: il 9,4% della forza lavoro italiana – imprenditori, partite Iva, dipendenti – lavora per 50 ore o più alla settimana. Lo rivela un'indagine Eurostat. Il limite legale, in Italia, è di 40 ore a settimana, mentre includendo gli straordinari non si può mai andare oltre le 48 ore. La situazione, però, nella pratica è diversa per molti.
I dati: un autonomo su quattro lavora più di 50 ore alla settimana
L'Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di lavoro ‘in eccesso': è maggiore solo in Grecia (12,6%) e in Francia (10,2%), mentre è uguale in Portogallo. Tra i principali Stati dell'Ue, la Spagna si ferma al 7,2% e la Germania al 6%. La media dell'Unione europea è al 7%. Il dato più basso è rilevato in Bulgaria (0,7%).
Guardando a tutta l'Ue, Eurostat sottolinea che alcune categorie di lavoratori sono molto più colpite da orari lunghissimi. Come è facile immaginare, in proporzione la fascia che fa più spesso 50 ore è quella degli imprenditori: il 45,8%. Il dato risulta più basso per i dipendenti, grazie agli orari più definiti: il 3,8% risulta comunque lavorare 50 ore o più ogni settimana. Infine, c'è la categoria dei lavoratori autonomi. Più di una su quattro delle partite Iva, che in molti casi finiscono per essere dipendenti di fatto, è operativa per almeno 50 ore a settimana: il 25,9%.
Il dibattito sulla settimana lavorativa di quattro giorni in Italia
Da tempo i sindacati e alcuni partiti chiedono di aprire la discussione sulla settimana lavorativa corta – quattro giorni – per i lavoratori, a parità di salario. La proposta si inserisce nel più ampio dibattito sull'equilibrio tra lavoro e qualità di vita. In Italia alcune aziende, come Intesa San Paolo e Lavazza, stanno sperimentando la settimana ridotta anche con lo scopo di risparmiare sulle spese energetiche degli uffici.
Negli scorsi mesi, la campagna 4 Day Week ha condotto uno studio sul tema nel Regno Unito, con risultati incoraggianti: su 61 aziende coinvolte, con 2.900 dipendenti, ben 56 hanno deciso di proseguire con la settimana di quattro giorni anche dopo la conclusione dell'esperimento. Sono state 18 quelle che l'hanno reso subito un cambiamento permanente. Tra i dati più significativi quello sul benessere dei lavoratori, che ha avuto benefici, mentre le entrate delle azienda non solo non sono scese, ma in media sono salite dell'1,4% nel periodo della sperimentazione.
A febbraio, il governo Meloni aveva aperto al dibattito. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso si era detto "disposto a riflette partendo dalla realtà. Tutto va messo in sintonia con una saggia politica industriale con l'obiettivo di aumentare produttività e occupazione". Da allora, però, il governo è arrivato a varare un decreto sul tema del lavoro, ma l'ha dedicato al taglio temporaneo del cuneo fiscale e alle misure che sostituiranno il reddito di cittadinanza oltre che a estendere l'uso di contratti a termine e voucher. I sindacati hanno detto di non essere stati coinvolti, e il tema della settimana corta non è stato sollevato.