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In Italia si continua a morire sul lavoro: nel 2024 oltre mille morti bianche

Nel 2024, l’Italia ha registrato più di 1000 decessi sul lavoro e oltre 543mila denunce di infortuni, con un aumento degli incidenti in itinere e un allarme per giovani, donne e anziani. A questo si aggiunge un numero di vittime non registrate ufficialmente, quelle dei lavoratori in nero, che rende ancora più drammatica questa emergenza.
A cura di Francesca Moriero
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Il bilancio degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche nel 2024 offre un quadro complesso: i nuovi dati Inail fanno emergere allarmi preoccupanti legati agli incidenti in itinere, ai giovani studenti, alle donne e ai lavoratori anziani. A peggiorare il quadro, c’è una realtà sommersa di morti non registrati ufficialmente, quelle dei lavoratori in nero, che rende ancora più drammatica questa situazione.

Secondo i dati del report, il bilancio degli infortuni sul lavoro nei primi undici mesi del 2024 si chiude con 543.039 denunce presentate all’Inail. Un dato in lieve aumento rispetto al 2023 (+0,1%), ma in netto calo rispetto al 2022 (-16,7%).

A fare da contraltare, però, è la crescita degli incidenti in itinere, cioè quelli avvenuti durante il tragitto casa-lavoro, che segnano un preoccupante aumento del +3,7%, passando da 87.428 a 90.626 casi. Anche l’incidenza di questa categoria sul totale è aumentata, dal 16,1% al 16,7%. Sono invece oltre mille i morti sul lavoro, solo nel 2024.

Infortuni sul lavoro: le categorie più coinvolte

L’incremento maggiore si registra tra gli under 15 (+18,1%), attribuibile all’estensione della copertura assicurativa agli studenti introdotta dal decreto legge lavoro del 2023. Un aumento significativo si osserva anche nella fascia degli over 60 (+5,2%), mentre si riducono gli infortuni tra i lavoratori adulti (30-59 anni, -3,2%). Ma la categoria che risulta particolarmente colpita è quella delle donne, con un incremento dell’1% delle denunce, contro una lieve diminuzione per i lavoratori uomini (-0,4%).

Infortuni sul lavoro: i settori e le regioni più a rischio

Analizzando i settori, si osservano aumenti negli incidenti denunciati nelle costruzioni (+0,5%), nel trasporto e magazzinaggio (+0,7%) e nel commercio (+1,8%), mentre si riducono in ambiti come la sanità (-12%) e la manifattura (-6,2%). A livello territoriale, le denunce "crescono nelle Isole (+1,5%) e nel Centro Italia (+0,7%), mentre calano al Nord-Ovest (-0,2%) e al Sud (-0,7%). Spiccano gli aumenti delle province autonome di Trento (+14,1%) e Bolzano (+3,1%), in contrasto con il calo significativo registrato in Basilicata (-6,6%) e Abruzzo (-3,6%)".

Le morti sul lavoro: il bilancio dell'ultimo anno

Nei primi undici mesi del 2024, il numero di denunce per morti sul lavoro ha toccato quota 1.000, segnando un piccolo ma significativo tragico aumento rispetto ai 968 casi registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. È un incremento di 32 morti sul lavoro, che porta la statistica a superare anche quella del 2019, quando i casi furono 997. Sebbene ci sia un incremento rispetto al 2023, se guardiamo a un periodo più lontano, il 2022, i numeri sono in lieve calo (sei casi in meno). Tuttavia, il dato reale potrebbe essere ancora più alto, poiché spesso i decessi avvenuti durante gli spostamenti vengono registrati con ritardo.

Quando si confronta il numero di decessi sul lavoro con il totale degli occupati, la situazione appare in leggero miglioramento: dal 4,32 decessi ogni 100mila lavoratori nel 2019, siamo scesi a 4,16 nel 2024, con una riduzione del 3,7%.

Rispetto all’anno precedente, però, i numeri sono peggiorati, con un aumento del 2% rispetto ai 4,08 casi ogni 100mila occupati registrati nel 2023. Guardando più in dettaglio, a livello nazionale, il numero di morti sul lavoro è diminuito leggermente rispetto al 2023, passando da 745 a 731. In controtendenza, però, crescono i casi di incidenti in itinere, cioè gli incidenti che avvengono durante il tragitto casa-lavoro: questi sono passati da 223 a 269, portando la loro incidenza sul totale dei decessi dal 23% al 26,9%.

I settori con più morti sul lavoro

Le attività che più hanno registrato il primato di decessi sono state quelle delle costruzioni, dove i casi sono aumentati da 139 a 147. Anche il settore del trasporto e magazzinaggio ha visto un lieve aumento, passando da 97 a 99 decessi. In controtendenza, invece, il settore manifatturiero, che ha avuto una leggera diminuzione, con 94 morti nel 2024 rispetto ai 96 dell’anno prima. Da notare che, nonostante l’aumento in altri settori, alcune aree come il commercio hanno visto un calo (51 morti contro i 61 del 2023) e i servizi di supporto alle imprese hanno avuto solo una leggera variazione (+2, da 35 a 37).

Le regioni con più morti sul lavoro

In termini geografici, il panorama cambia ulteriormente. Il Nord-Ovest ha visto un incremento significativo, con 14 casi in più rispetto all’anno precedente, passando da 254 a 268 denunce mortali. Anche il Centro (+17 casi, da 176 a 193) e le Isole (+20, da 84 a 104) hanno registrato aumenti. Tuttavia, al Sud e nel Nord-Est si sono verificati cali: al Sud si è passati da 235 a 227, e nel Nord-Est le denunce sono scese da 219 a 208. Tra le regioni più colpite dall’aumento dei decessi, emergono la Sicilia (+15 casi), il Lazio (+12), la Lombardia e la Toscana (+11 ciascuna). Invece, il Veneto ha visto la riduzione più marcata (-22), seguito da Abruzzo (-13) e Piemonte (-6).

Morti sul lavoro, disuguaglianze di genere e di età

Il profilo demografico delle vittime ci racconta una storia di disuguaglianze di genere e di età: se da un lato l’aumento è stato generalizzato, il dato più significativo riguarda gli uomini, che rappresentano la maggior parte dei decessi, con un incremento da 893 a 920, ma anche le donne hanno visto un leggero aumento, passando da 75 a 80. I lavoratori italiani hanno visto un incremento marginale delle denunce (da 788 a 791), ma l’aumento più significativo si è avuto tra gli extracomunitari, con un incremento di 24 casi (da 136 a 160).

Spostandoci sul fronte delle fasce di età, i numeri sembrano raccontare storie più complesse: "tra i più giovani, gli under 15, vedono un aumento significativo dei decessi, salendo da 2 a 7 casi. I 20-29enni, invece, hanno visto un incremento di 8 casi, passando da 90 a 98. Ancora più evidente l’aumento tra gli over 59, da 238 a 259, segno. D’altro canto, alcune fasce di età hanno visto una diminuzione: i 15-19enni sono passati da 20 a 14, mentre tra i 55 e i 59 anni si è registrato un calo di 12 decessi (da 191 a 179)", si legge nel report.

Infine, il dato sugli incidenti plurimi, che coinvolgono più vittime, racconta un anno ancora segnato da eventi tragici: fino al 30 novembre sono stati registrati 11 incidenti di questo tipo, con un totale di 34 morti, 12 delle quali legate a incidenti stradali. L’anno precedente, nello stesso periodo, si erano verificati 12 incidenti plurimi, ma con un numero inferiore di vittime, 31 in totale, di cui 17 coinvolte in incidenti stradali o ferroviari.

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