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“In Italia passi indietro sulla tutela dei diritti”: cosa dice il nuovo report di Liberties

Il quadro che fa Liberties – un osservatorio indipendente – nel suo ultimo rapporto sullo stato di diritto in Europa è preoccupante per il nostro Paese: viene segnalato un generale arretramento in diversi campi, da quello dei diritti umani alla giustizia, dalla libertà di stampa a quella di sciopero e protesta.
A cura di Annalisa Girardi
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Un approccio securitario alla giustizia, che è sempre meno efficiente,  un peggioramento delle interferenze politiche nel mondo dei media, una regressione nello spazio dei diritti civili e appena un miglioramento per quanto riguarda la lotta alla corruzione, grazie al recepimento di alcune direttive europee. Il quadro che fa Liberties – un osservatorio indipendente – nel suo ultimo rapporto sullo stato di diritto in Europa è preoccupante per il nostro Paese: viene segnalato un generale arretramento in diversi campi, tra cui quello più generale dei diritti umani. Si cita il decreto con cui "si criminalizza il soccorso in mare, mettendo in pericolo il diritto alla vita dei migranti e il diritto all'asilo" e più in generale si pala della "ostilità del governo alla società civile che ostacola il cruciale lavoro delle Ong, di contributo allo sviluppo della democrazia".

Nel report, sempre in riferimento all'Italia, si legge ancora: "Il governo ha anche imposto limitazioni al diritto di sciopero e si è mostrato particolarmente ostile verso chi protesta (…) In Italia il 2023 si è confermato come un anno marcato dall'assenza di una effettiva proposta legislativa sui diritti della comunità Lgbtqia+ e sulla lotta alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, così come un anno di regressione per quanto riguarda la maternità surrogata, il crimine della tortura e i diritti dei detenuti".

L'osservatorio ha anche evidenziato come nel 2023 si sia assistito a un aumento del livello di influenza politica nel settore dei media. "L'ingiustificata interferenza nel servizio pubblico non solo ne minaccia l'indipendenza in quanto tale e rispetto alla sua stabilità finanziaria, ma innesca anche dubbi e preoccupazioni sulla tutela del giornalismo libero, indipendente e plurale nel Paese".

Anche per quanto riguarda il campo giudiziario, le cose non vanno bene. Liberties sottolinea come le riforme fatte finora "hanno generalmente reso il sistema meno efficiente, promuovendo in particolare un approccio securitario". È stato invece registrato un miglioramento per quanto riguarda le misure anti-corruzione, in seguito all'implementazione di due raccomandazioni della Commissione europea.

Per il nostro Paese l'osservatorio sottolinea diverse raccomandazioni, tra cui:

  • Garantire ai magistrati libertà di pensiero e opinione, e prime ancora la piena indipendenza del sistema giudiziario.
  • Evitare la criminalizzazione del dissenso e l'introduzione di nuove forme di repressione che, tra le altre cose, andrebbe ad accrescere i già elevati livelli di sovraffollamento carcerario.
  • Dare il via a un processo di riforma sul reato di diffamazione, allineandolo con gli standard internazionali sulla libertà di espressione e depenalizzandolo in modo da stabilire un limite ragionevole nel codice civile, tutelando così la libertà della stampa di espressione e quella del pubblico di essere informato.
  • Proteggere l'indipendenza editoriale delle organizzazioni mediatiche e delle fonti giornalistiche, proibendo l'uso di tecnologie di sorveglianza – spyware in particolare – da parte delle forze dell'ordine.
  • Assicurarsi che i diritti allo sciopero e alla protesta – che sono elementi cruciali di una cornice di Stato di diritto – siano tutelati.
  • Smettere (specialmente per quanto riguarda il ministero dell'Interno) di criminalizzare le attività in mar delle Ong, assegnando ad esempio porti lontani dai luoghi dove i migranti si trovano in pericolo.
  • Considerare le scuole e le università come presidi per la lotta alla violenza di genere, alla discriminazione e ai crimini di odio, promuovendo la diffusione di una cultura non-stigmatizzante e di un linguaggio inclusivo.
  • Riformare le regole per l'adozione, cercando di proteggere i figli delle coppie omosessuali e garantendo uno status eguale a tutte le formazioni familiari oltre a quella di uomo-donna.
  • Non criminalizzare la maternità surrogata.
  • Non eliminare il reato di tortura.
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