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In Italia la ricchezza è in mano a un gruppo sempre più piccolo di persone, aumentano le disuguaglianze

Il rapporto Global Wealth Report, stilato ogni anno dall’istituto finanziario Ubs, mostra che nel mondo le 26 persone più ricche hanno lo stesso patrimonio degli 1,5 miliardi di persone più povere. In Italia, dal 2008 a oggi la ricchezza media è scesa, mentre è aumentata la disuguaglianza: “A pagare il prezzo di questo calo sono state le fasce più povere”.
A cura di Luca Pons
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La ricchezza in Italia è calata lo scorso anno, a differenza di quanto avvenuto – in media – nel resto del mondo. Ma soprattutto, negli ultimi quindici anni nel nostro Paese sono cresciute le disuguaglianze, e la distribuzione della ricchezza ha favorito le fasce della popolazione che erano già più benestanti. A indicarlo è il nuovo Global Wealth Report realizzato come ogni anno dalla banca svizzera Ubs.

I dati a livello globale mostrano che in tutto il pianeta 26 persone hanno una ricchezza pari agli 1,5 miliardi di persone più povere. Dodici individui detengono nel complesso un patrimonio da 2mila miliardi di dollari – ci sono le persone più ricche al mondo, tra cui Mark Zuckerberg di Meta/Facebook, Elon Musk di Tesla, Jeff Bezos di Amazon, e Bernard Arnault di Lvmh. Altre dodici persone hanno un patrimonio tra i 50 e i 100 miliardi di dollari. Prendendo in considerazione tutta la ricchezza mondiale, la metà è detenuta da appena 58 milioni di persone, mentre l'altra metà è divisa tra i restanti sette miliardi circa.

L'Italia è stabilmente tra gli Stati più ricchi al mondo, ma è anche tra i pochi Paesi che dal 2010 al 2023 hanno visto un calo della ricchezza media dei suoi cittadini. Gli altri sono Grecia, Giappone e Spagna. Il rapporto spiega che probabilmente questo ha a che fare anche con il calo demografico nel caso italiano e giapponese: "Una popolazione in calo e una società che invecchia tendono a ridurre il livello di attività economica". Anche nell'ultimo anno, mentre il patrimonio medio per adulto aumentava (in media) in tutto il mondo, in Italia è calato del 4%.

Ma chi subisce gli effetti più duri di questa discesa della ricchezza? Stando al rapporto, le fasce più povere, cioè quelle che già in partenza hanno un patrimonio più basso. Dal 2008 al 2023, infatti, è aumentato l'indice di Gini del nostro Paese. L'indice misura come è distribuita la ricchezza in uno Stato: se è pari a 0, significa che tutti gli abitanti hanno un patrimonio uguale, mentre se è a 100 la ricchezza è in mano a una sola persona. L'Italia nel 2008 era a metà, con un punteggio di 50, mentre l'anno scorso è arrivata a 57. Un aumento, dunque, della disuguaglianza.

In Italia oggi ci sono 1,33 milioni di persone che hanno un patrimonio al di sopra del milione di dollari, e questo numero – si stima – aumenterà fino ad arrivare a 1,46 milioni nel 2028. Nel frattempo, ciò che scende è il patrimonio mediano. Questo è il patrimonio che viene calcolato per avere un'idea della ricchezza a disposizione della persona-tipo, senza che la media venga alterata da chi è estremamente ricco o estremamente povero. Il patrimonio mediano, dunque, è sceso del 3% dal 2008 a oggi. Negli ultimi quindici anni, recita il rapporto, "sono le fasce di popolazione più povere che hanno pagato il prezzo di questo calo".

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