In Italia ci sono 13mila bambini senza tetto, 4 milioni vivono in case sovraffollate
In Italia ci sono quasi 13mila minori che sono senza tetto o fissa dimora. Il 36% di tutti i giovani fino a 19 anni, quindi circa 3,8 su poco meno di 10,5 milioni, vive in una delle 14 città metropolitane, spesso in quartieri svantaggiati e mal collegati dai mezzi pubblici. Quasi 2 minori su 5 risiedono in abitazioni sovraffollate, una condizione che incide sul loro sviluppo. Questi sono solo alcuni dei dati che emergono dal rapporto "Fare Spazio alla Crescita" di Save the Children Italia, un quadro che delinea i problemi – infrastrutturali e non – che colpiscono i giovani del nostro Paese.
Come ricorda l'ong, la casa è un diritto perché "rappresenta lo spazio principale di crescita educativa, fisica ed emotiva dei minori". Tuttavia, in Italia ci sono 12.739 minori che vivono per strada, cioè lo 0,14% del totale. Di questi, il 63,8% si trova nelle città metropolitane, a indicare come questi centri urbani siano aggregatori anche di un forte disagio sociale. Ma anche chi ha una casa spesso vive in condizioni difficili: secondo Eurostat, il 39,1% dei minori risiede in abitazioni sovraffollate. È un problema che influisce sugli spazi dedicati al gioco e allo studio dei bambini, ma anche sulla riservatezza di questi, "con effetti negativi sulla loro crescita e sul loro sviluppo", come sottolinea il rapporto. In particolare, le difficoltà sono emerse con prepotenza durante la pandemia di Covid-19, periodo durante il quale la convivenza forzata all'interno delle quattro mura ha reso ancora più evidenti i problemi del vivere in spazi così ristretti.
Ma le criticità della penisola si estendono anche nel settore dell'istruzione. La scuola è il luogo dove i bambini e gli adolescenti passano più tempo al di fuori della propria casa, tuttavia non tutte le strutture sono adeguate all'accoglienza dei giovani: il 62,8% è sprovvisto dei certificati di agibilità per disabili, aule tecniche e informatiche sono assenti in più del 50% degli istituti, mancano palestre, auditorium e spazi collettivi. Solo il 42% delle scuole primarie e il 26,8% di quelle secondarie di primo grado ha uno spazio mensa per gli studenti, un dato che influisce molto anche sulla possibilità di fare il tempo pieno, che è rispettivamente del 38% e del 13,3% in quegli istituti. Tutto questo ha forti conseguenze sull'istruzione degli studenti:
La mancanza di spazi adeguati e inclusivi influisce negativamente sull’apprendimento, sulla salute e sulla socialità dei minori. Secondo i risultati dei test INVALSI, il 48% degli studenti che frequenta l’ultimo anno della scuola secondaria presenta un livello di apprendimento dell’italiano equivalente a quello della scuola media. Tale percentuale raggiunge il 50% in matematica. Tali percentuali aumentano tra i minori in svantaggio socioeconomico.
Poi, gli spazi pubblici. Nelle aree urbane italiane la superficie verde è di 19,5 metri quadrati per persona, ma il numero è fuorviante perché queste aree – definite fruibili – spesso sono inaccessibili o inadatte. Nelle città metropolitane il dato è ancora peggiore: gli spazi verdi per persona scendono a 16 m², che è al di sotto del livello minimo raccomandato di 18,2. Oltretutto, se si considerano solamente i parchi urbani, il numero crolla a 1,4 m² per ogni cittadino. Inoltre, non tutte le regioni sono allo stesso livello: nel Mezzogiorno i metri quadrati di superficie verde per persona sono 11,5 contro il Centro e il Nord Italia che ne hanno rispettivamente 19 e 25.
I problemi sono legati anche alla mobilità. Tre studenti su quattro (74,9%) non riescono a raggiungere la propria scuola esclusivamente utilizzando i mezzi pubblici e, secondo quanto raccolto dal rapporto, "il 30,7% delle famiglie in Italia dichiara di riscontrare evidenti difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici nella zona di residenza". La minore possibilità di movimento – che colpisce soprattutto le famiglie che vivono in condizioni di svantaggio economico – incide anche sulla possibilità dei giovani di partecipare ad attività sociali ed extrascolastiche, inficiando sulle loro opportunità di istruirsi. Questo succede in particolare nelle città metropolitane: qui ci vive il 36% dei minori tra gli 0 e i 19 anni, e il 13,7% delle famiglie che risiede in queste aree ha un Isee inferiore ai 15mila euro annui.