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In Emilia-Romagna dal 2025 l’aborto farmacologico si potrà fare anche a domicilio: come funziona

La procedura per l’Ivg farmacologica prevede di assumere due farmaci: in Emilia-Romagna, a partire dal 2025, le donne potranno prendere il secondo direttamente a casa propria, dopo una visita in ambulatorio. Lo ha stabilito una determina regionale che ha sollevato polemiche da ambienti antiabortisti e da Fratelli d’Italia.
A cura di Luca Pons
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In Emilia-Romagna, a partire dal 1° gennaio 2025, si potrà assumere anche a casa il secondo dei due farmaci per l'interruzione volontaria di gravidanza. La novità è dovuta a una determina regionale del 9 ottobre, che aggiorna il protocollo per l'Ivg. In questo modo si garantirà comunque la "sicurezza" e la "tracciabilità" dell'intervista, ha detto la Regione. Infatti, in ogni caso, il percorso per arrivare all'aborto partirà "all'interno dei servizi sanitari", in ambulatorio, e prevederà una "presa in carico complessiva della donna".

Con questo nuovo intervento, l'Emilia-Romagna fornisce quindi tre diverse possibilità per le donne che desiderano interrompere una gravidanza. Oltre a quella farmacologica (sia in ambulatorio che a domicilio, appunto), resta quella chirurgica, con la cosiddetta day surgery, che permette comunque di non passare la notte in ospedale a meno che non ci sia l'esigenza medica di farlo.

Come funziona l'aborto farmacologico e cosa cambia

L'aborto farmacologico richiede di assumere due farmaci a 48 ore di distanza. Il primo è il mifepristone, la cosiddetta ‘pillola Ru486‘, che cessa la vitalità dell'embrione. Il secondo è una prostaglandina, che sostanzialmente porta a espellere l'embrione. Con le nuove modalità, solamente questa seconda pillola potrà essere assunta in casa propria, non la prima.

Infatti, chi vuole accedere alla nuova modalità dovrà comunque andare almeno due volte in ambulatorio. Una prima visita servirà a valutare la situazione e prendere il primo farmaco. Dopodiché, alla donna sarà consegnata la seconda pillola, e insieme a questa degli antidolorifici, un test di gravidanza da fare successivamente, e degli opuscoli informativi. Resterà sempre la possibilità di essere assistite con la telemedicina.

Il secondo accesso in ambulatorio, due settimane dopo, sarà una visita di controllo. Infine, si farà un nuovo test di gravidanza per verificare che la procedura abbia funzionato.

La polemica di FdI: "Aborto usato come leva politica e ideologica"

Il tema dell'aborto, come spesso accade, ha sollevato polemiche politiche. Soprattutto ora che si avvicinano le elezioni regionali, in programma il 17 e 18 novembre 2024. La capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione, Marta Evangelisti, ha infatti depositato un'interrogazione per sapere perché la determina del 9 ottobre non sia stata discussa nell'Assemblea regionale.

Evangelisti ha detto che l'aborto viene "troppo spesso usato come leva politica e ideologica", e trattato "con superficialità". L'interrogazione chiede anche se "nel colloquio al consultorio, alle donne che fanno richiesta della Ru486 vengono fornite tutte le informazioni e l'ascolto per favorire la nascita del figlio, unitamente alla illustrazione di tutte le misure volte al suo sostegno, anche economico".

La consigliera di Fratelli d'Italia ha anche detto che non viene data attenzione "all'ascolto della donna che ne fa domanda, favorendo così la sua completa solitudine". Evangelisti ha fatto eco alle critiche arrivate all'iniziativa dal movimento antiabortista Pro vita & famiglia.

In realtà, come detto, le donne attraverseranno sostanzialmente le stesse procedure per arrivare a interrompere la gravidanza. Saranno ancora previste almeno due visite in ambulatorio, e qui dovrà essere assunta la prima pillola.

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