In Calabria bar e ristoranti riaprono da oggi: governo pronto a impugnare l’odinanza di Santelli
Balzo in avanti della Calabria sulle riaperture della fase due: la governatrice forzista Jole Santelli ha anticipato le disposizioni del governo e ha autorizzato con un'ordinanza la riapertura di bar, ristoranti, agriturismi e pasticcerie con tavoli all'aperto, e ha dato il via libera alla ripresa degli sport individuali, già a partire da oggi, 30 aprile. Una decisione che va in direzione contraria rispetto al dpcm sul lockdown, e sarà in vigore fino al 3 maggio. Secondo il piano per tappe annunciato da Conte domenica scorsa bar e ristoranti in tutto il territorio nazionale potranno ripartire solo con servizio da asporto. Solo dal 1 giugno ci dovrebbe essere la riapertura vera e propria dei locali, insieme a parrucchieri e centri estetici.
Santelli spiega in una nota qual è la ratio di questa decisione, arrivata ieri: "Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo".
L'esecutivo è pronto alla diffida dell'ordinanza, dopo averla discussa al Cdm che si è svolto ieri sera. La diffida è l'atto che precede l'impugnativa. Si tratta, in sintesi, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell'ordinanza rispetto al dpcm varato. Se le modifiche non vengono apportate, il governo può a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla. Le Regioni in fatti possono decidere in autonomia di apportare modifiche rispetto alle indicazioni del governo, ma queste modifiche non possono essere in contrasto con il quadro fornito dal dpcm, valido su tutto il territorio nazionale.
La notizia è stata accolta negativamente dalla gran parte dei sindaci calabresi, soprattutto di centrosinistra: sulle loro pagine Facebook stanno informando le loro comunità dell'intenzione di non applicare l'ordinanza di Santelli. Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, per esempio scrive che "a volte la realtà supera la fantasia. Non si gioca sulla pelle e sulla salute dei cittadini. Spero che la notte porti consiglio, in caso contrario ci determineremo di conseguenza. Intanto chiedo a tutti di mantenere la calma, ne parliamo domattina".
Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano (Cosenza), informa che "con particolare riferimento alle attività commerciali interessate, restano in vigore le ordinanze sindacali in materia di contenimento del contagio. Capisco la sincera volontà di alcune attività, in grave difficoltà, di aprire e mi spiace, ma questo non è il momento di fare confusione. Il ritorno alla quotidianità deve essere ponderato". Pino Belcastro, sindaco di San Giovanni in Fiore (Cosenza), annuncia che emetterà un'ordinanza in linea con le norme varate dal governo "la mia città non la metto in pericolo".
Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi (Reggio Calabria), dice che nel suo comune "si applicherà la Costituzione Italiana. Dovrà essere rispettato quanto previsto dal Dpcm. Che la notte porti consiglio…". Michele Tripodi, sindaco di Polistena (Reggio Calabria), definisce "illegittima e stucchevole l'ordinanza della presidente Santelli, dal modello tutto chiuso al modello tutto aperto (prima del tempo), tranne ovviamente per gli ambulatori della sanità pubblica ancora avvitata su stessa".
Anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, su Facebook annuncia il "no" all'ordinanza di Santelli: "È vero che la Calabria è regione interessata a oggi in maniera marginale dall'epidemia Covid 19, anche per le condivisibili misure sinora adottate dalla Regione Calabria e per il rigore. Non è però ora il momento di operare strappi laceranti rispetto alle indicazioni date dalla Comunità scientifica ed il ritorno alla auspicata normalità dovrà avvenire gradualmente".
A sostegno di Santelli si schiera il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, anche lui azzurro, come la presidente della Regione: "Ha fatto bene Jole a riaprire subito bar e ristoranti all'aperto, anche perche' in Calabria non cambierebbe niente con un mese di chiusura in più. Si aggraverebbe solo di molto la situazione economica. Il Comune di Cosenza – spiega Occhiuto – darà a tutti gli esercenti, in proporzione alle superfici esistenti, la possibilità di utilizzare gratuitamente ulteriore spazio pubblico per i prossimi mesi. Raccomando a tutti di continuare a rispettare le misure di distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti".
In Consiglio regionale il Pd si schiera contro la governatrice di Forza Italia. "Invitiamo i cittadini calabresi ad essere molto cauti e siamo certi che si dimostreranno più responsabili di chi li governa", afferma il capogruppo di opposizione di ‘Io Resto in Calabria', Pippo Callipo, commentando l'ordinanza.
"Fino a pochi giorni fa – dice Callipo – la presidente della Regione Jole Santelli parlava di tenere chiusa la Calabria fino a fine maggio, oggi addirittura anticipa la fase 2 andando ben oltre le riaperture che il governo ha annunciato per il 4 maggio. Quella annunciata stasera dalla presidente Santelli, con un tempismo quantomeno irresponsabile perché prevede le riaperture già per domani (oggi ndr), è un'ordinanza – prosegue il capogruppo di ‘Io Resto in Calabria' – molto imprudente ed evidentemente incoerente con quanto sostenuto da lei stessa fino a ieri".
Secondo Callipo, "l'ordinanza, poi, contrasta con quanto previsto dai provvedimenti governativi e, oltre che pericolosa, è utile solo a un eventuale contenzioso con il governo di cui proprio non si sentiva il bisogno. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici. In un'emergenza come quella attuale non si può governare in balia di interessi di partito o di improvvidi sbalzi d'umore. Intanto – conclude il capogruppo di ‘Io Resto in Calabria' – di misure concrete sul piano economico, sanitario e sociale neanche l'ombra".