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“In alcuni paesi la patrimoniale è il male minore”

È il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, a riaprire un dibattito (che sembrava archiviato) sulla valenza di una tassazione patrimoniale.
A cura di Redazione
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È Repubblica, con un pezzo di Andrea Tarquini, a fare il punto sul "braccio di ferro2 fra Mario Draghi ed il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, in merito alle "outright monetary transactions, gli acquisti in quantità illimitata di titoli sovrani di Paesi dell'eurozona in difficoltà", metodo utilizzato da anni dalla Banca Centrale Europea. Per il presidente della Bundesbank, infatti, in uno Stato a chiaro rischio default non è azzardato pensare ad una tassa patrimoniale, anzi, in certe condizioni, si tratterebbe del male minore. Senza un cambiamento radicale nell'operato della Bce, dunque, il rischio sarebbe quello di "diventare ostaggio dei poteri politici".

Secondo la ricostuzione di Tarquini, si tratterebbe di una dichiarazione che si configurerebbe quasi come "un monito alla cancelliera Angela Merkel e al presidente François Hollande". Oltre che un "un riferimento chiaro al dibattito italiano: "In una situazione d'emergenza, per uno Stato nazionale che rischi il fallimento, una tassa patrimoniale può essere il male minore, e prima di chiedere aiuto ad altri paesi e alla Bce il contributo una tantum dei contribuenti non dovrebbe essere escluso". Resta ora da vedere se ci sarà una risposta diretta di Draghi, oppure se la discussione sarà rimandato dopo il vertice in programma la prossima settimana.

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