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In Albania c’è una trattoria dedicata a Giorgia Meloni, i suoi ritratti sono su tutte le pareti

La trattoria Meloni è un locale aperto pochi giorni fa in Albania, a Shengjin. Su tutte le pareti si trovano ritratti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che appare anche sull’insegna all’esterno. La trovata ha attirato molta attenzione sui social.
A cura di Luca Pons
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Ritratti pop con sfondi colorati, foto espressive che guardano dalle pareti i clienti che mangiano: la Trattoria Meloni può sembrare uno scherzo, ma è un vero esercizio commerciale, lanciato in Albania negli scorsi giorni. Il volto di Meloni appare non solo su tutte le pareti (anche più volte) con combinazioni diverse di colori sgargianti, ma anche sull'insegna all'esterno del locale, che ritrae la faccia sovrapposta digitalmente a un frutto rotondo.

Sui social hanno attirato l'attenzione di molti utenti le immagini del locale, rilanciate con canzoni italiane e con l'invito del titolare (in italiano) a visitare il posto. A lanciare il locale è stato l'imprenditore Luca Gjergj, già proprietario di un altro ristorante amico del primo ministro Edi Rama: "Per me è una donna straordinaria", ha dichiarato. "Quando culinaria, arte, politica e gratitudine si uniscono producono cose belle". Non si tratta solo di "un ristorante, ma anche la casa della gratitudine per aver consolidato l'amicizia italo-albanese".

Di sicuro la trovata è servita a fare promozione pubblicitaria. Sui social media, come detto, il locale ha ricevuto moltissimi commenti e condivisioni. Secondo chi ci è stato, però, c'è una sezione della trattoria in cui il monopolio si ferma: nel corridoio che porta al bagno, infatti, ci sono immagini di altri leader politici, come Barack Obama.

La trattoria Meloni si trova a Shengjin, paese di circa 13mila abitanti, noto anche in italiano come San Giovanni Medua. Shengjin è anche una delle località in cui sarà costruito uno dei centri migranti che il governo italiano ha concordato con l'Albania. Qui, infatti, dovrebbero sbarcare le navi che trasportano le persone soccorse in mare, e dovrebbe avvenire la prima identificazione.

Il condizionale è d'obbligo perché, al momento, non è noto quando i centri diventeranno attivi. Inizialmente avrebbe dovuto essere entro fine maggio, poi la data è slittata a inizio agosto. Alla fine, dopo un intervento del ministro dell'Interno Piantedosi che si è limitato a dire che ci sono stati problemi con i lavori – anche legati al caldo -, non c'è ancora una data di partenza. Finora, dell'iniziativa si è parlato più per le strane istruzioni fornite alla polizia che lavorerà nell'altro centro, a Gjader, che per la sua utilità nella gestione dei flussi migratori.

Oramai, la maggior parte dell'estate è passata. Secondo i dati del ministero dell'Interno, finora in Italia sono arrivate attraversando il Mediterraneo circa 38mila persone: meno dei due anni passati, in linea con il dato del 2021. Nel frattempo il progetto che – nelle intenzioni dichiarate da Meloni lo scorso novembre – avrebbe dovuto essere "un esempio e un modello da seguire" è rimasto fermo.

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