Nel caos parlamentare della giornata di ieri, con le barricate del Movimento 5 Stelle di fronte all'inconsueta deliberazione della maggioranza parlamentare di sospendere i lavori per permettere al Pdl di riunirsi (e di riflettere sulle eventuali risposte alla decisione della Cassazione di deliberare in anticipo sul processo Mediaset – diritti tv), è passato quasi in secondo piano l'ennesimo rinvio sulla questione Imu. Già, perché da giorni il ministro Saccomanni rimandava a "mercoledì", spiegando che si sarebbe trattato di una data cruciale per l'accordo sul processo che avrebbe dovuto portare alla revisione dell'Imu. Tanto più dopo che ai rilievi del Fondo Monetario Internazionale si erano aggiunti quelli dell'Unione Europea, con il commissario Rehn che aveva commentato con un sibillino "spero che l'Italia rispetti i patti" le ipotesi di una cancellazione di una forma di tassazione sui patrimoni immobiliari, giudicata azzardata anche a prescindere dalle necessarie coperture finanziarie alternative.
Saccomanni del resto è alla testa della fronda dei realisti, di coloro cioè che considerano rischiosa e complessa l'operazione – spot sull'Imu. E, solo poche ore fa, ha dovuto incassare anche la bocciatura di Standard e Poor's, alla quale ha risposto in maniera pacata, pur senza tradire un certo nervosismo: "I giudizi come quello di Standard and Poor's possono avere effetti pro-ciclici e destabilizzanti. Comunque il dibattito è ancora aperto sulle agenzie di rating, ma quel che conta sono le valutazioni risparmiatori italiani e stranieri".
Certo è che dopo il caos di queste ore, il Popolo della Libertà difficilmente accetterà un altro compromesso al ribasso. Malgrado le rassicurazioni scaturite dal vertice interno della scorsa notte, infatti, sull'Imu e sulla necessità di dare corso alle promesse elettorali il Pdl non sembra disposto a fare passi indietro, anche se resta sempre la questione risorse. L'ipotesi più accreditata sembra essere quella dell'ennesimo rinvio per quanto concerne la prima casa, mentre si lavora per la detassazione dei capannoni industriali (già contenuta nel primo decreto sul rinvio del pagamento Imu) e per uno sconto sulle attività commerciali. Ma serve tempo, ancora.