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Immigrazione, in due mesi 8 mila arrivi sui barconi della morte

Tutti i numeri dell’emergenza immigrazione: in appena due mesi sono già 8 mila i migranti che sono approdati sulle coste italiane. In 170 mila – di cui 26 mila minorenni – sono stati accolti lo scorso anno; allo stato attuale, nelle strutture di accoglienza si trovano oltre 67 mila migranti in fuga da guerra e povertà.
A cura di Fabio Giuffrida
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Sono quasi 8.000 i migranti che hanno raggiunto nei primi due mesi del 2015 le coste italiane: nello specifico sono 7.882 contro i 5.506 dello scorso anno (+43%). L'agenzia europea Frontex ha annunciato che, in base alle notizie in loro possesso, sarebbero tra i 500 mila e 1 milione i migranti pronti a partire dalla Libia per sperare in un futuro migliore e in una vita libera e dignitosa sul territorio europeo. 69 in tutto sono stati gli sbarchi dal 1° gennaio 2015 contro i 46 dello scorso anno; allo stato attuale nelle strutture di accoglienza si trovano 67.128 migranti e solo la Sicilia ne ospita quasi 14 mila pari al 21% del totale nazionale. Dopo un calo di sbarchi registrato negli anni 2012 e 2013, lo scorso anno il nostro Paese ha accolto 170 mila migranti con un picco nei mesi estivi di Luglio, Agosto e Settembre. I richiedenti asilo del mese di Febbraio 2015 sono 5.769 e molti di questi provengono dalla Gambia, dal Senegal, dalla Nigeria e dal Pakistan: la maggior parte sono uomini anche se cresce il numero di minori non accompagnati (nel mese di Febbraio sono stati 344). Perché approdano in Italia? Semplice: scappano da paesi poveri in cui non c'è alcuna possibilità di esprimersi liberamente, dove vige una dittatura militare che rende impossibile la loro esistenza, dove se vieni bocciato a scuola rischi di essere arruolato nell'esercito a tempo indeterminato.

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Migranti che fuggono da guerra e povertà: in 170 mila accolti nel 2014

Prima di salire sui barconi della morte, i migranti si fermano per diversi mesi nei campi profughi in attesa di essere trasferiti. Affrontano il deserto, assistono a scene raccapriccianti soprattutto in Libia – ormai fuori controllo – dove subiscono ogni tipo di violenza e alla fine affrontano il mare, quasi inconsapevolmente. Molti dei minori non accompagnati inseguono un sogno, quello di passare dall'Italia per poi spostarsi in Germania o in Svezia. Molti vogliono ottenere un riscatto sociale per sé e per le proprie famiglie: vogliono diventare medici e avvocati. Non arrivano in Italia per saccheggiare, per rubare, per stuprare. Anzi. Superato lo "scoglio" delle coste siciliane, si dirigono verso Roma o Milano dove vengono a contatto con le loro comunità: qualche volta vanno a vivere persino in edifici già occupati da altri connazionali, in attesa di accumulare denaro sufficiente per continuare il loro viaggio della speranza. I minori egiziani, tra l'altro, vengono spinti dalle loro famiglie ad approdare nel nostro Paese: famiglie che hanno investito tutto su di loro e che hanno contratto debiti elevatissimi. Alcuni egiziani arrivati in Italia, però, vengono sfruttati, pagati pochi euro al giorno per lavori umilissimi: peccato che gli stessi non abbiano affatto la percezione di essere diventati i "nuovi schiavi".

Emergenza minori non accompagnati: 840 in attesa di un posto di accoglienza

Nel 2014 erano 66 mila i migranti distribuiti nelle strutture temporanee, nei CARA (Centro accoglienza richiedenti asilo) e nello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): il 22% solo in Sicilia, il 13% in Lazio e così via. Sono 14, invece, i centri governativi per richiedenti asilo e 1657 le strutture temporanee presenti in Italia. I minori in attesa di un posto di accoglienza sono 840 di cui 430 solo in Sicilia: in molti aspettano una sistemazione da molti mesi e soprattutto necessitano della nomina di un tutore. Come sottolinea Save The Children, a volte si impiegano mesi per la nomina di una persona legalmente responsabile nei confronti del minore non accompagnato e, anche quando si riesce a farlo in tempi celeri, viene nominato tutore il sindaco della città in cui il minore si trova. Sindaco che, a sua volta, delega ai servizi sociali: e così si creano casi in cui 120 minorenni vengono affidati ad un unico assistente sociale. In Sicilia, quindi, la situazione è al collasso ma i migranti non si perdono d'animo: tutti i lunedì pregano per la pace e per tutti i paesi in guerra e, quando possono allontanarsi dai Cara, come ha rivelato il portavoce della Comunità di Sant'Egidio per la Sicilia, aiutano gli italiani che vivono in strada e assistono altri migranti in difficoltà. Per ottenere una richiesta di asilo politico, tra l'altro passano tra i 6 e i 18 mesi: e i migranti devono attendere, impotenti, nei centri di accoglienza, sperando che la burocrazia italiana dia loro la fatidica risposta.

Triton costa tre volte meno di Mare Nostrum

Su 170 mila migranti arrivati in Italia nel 2014, 26 mila sono minorenni e di questi circa la metà hanno viaggiato senza un adulto di riferimento. Si tratta di adolescenti con un'età compresa tra i 15 e 17 anni, tutti originari dell'Eritrea e dell'Egitto, ma anche provenienti da Somalia e Gambia. Come prevede la legge, poi, i migranti non accompagnati hanno gli stessi diritti di cui gode un minore nel nostro Paese: questi, di fatto, non possono vivere in centri per adulti e hanno diritto alla nomina di un tutore responsabile. Ma come si può accertare che i migranti – che si dichiarano minori – abbiano effettivamente meno di 18 anni? Sulla base di di una dichiarazione oppure a seguito di un accertamento specifico, ovvero l'esame radiografico del polso sinistro. Il vero problema è che manca un sistema nazionale di accoglienza: il minore non accompagnato approdato sulle coste italiane, infatti, diventa un onore dell'ufficio minori della Questura o dei servizi sociali del Comune. Non c'è, invece, una banca dati per conoscere in tempo reale i posti di accoglienza disponibili. Infine snoccioliamo i numeri delle due colossali operazioni, Triton e Mare Nostrum: quest'ultima è costata 114 milioni di euro ed ha soccorso 100 mila persone con 558 interventi, 728 scafisti arrestati e 6 navi sequestrate, spendendo 9,5 milioni al mese; Triton, invece, dispone di un budget di appena 2,9 milioni al mese. Dati alla mano costa tre volte meno di Mare Nostrum. Anche lo scopo è diverso: Mare Nostrum aveva come mission il salvataggio e il soccorso in mare dei migranti; Triton, invece, si limiterebbe alla sorveglianza delle frontiere (anche se, in questo caso, gli orientamenti sono contrastanti). E ancora: Mare Nostrum si spingeva fino a 100 miglia (quasi fino alle coste libiche, ndr) mentre Triton si tiene nell'ambito delle 30 miglia dal litorale italiano.

**fonti: Vivana Valastro (Save The Children), Emiliano Abramo (Comunità di Sant'Egidio – Sicilia), Michela Giuffrida (europarlamentare) e dati diffusi dal Viminale.

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