Ilva, Confindustria vuole appoggiare lo sciopero indetto dai sindacati contro il governo
Confindustria, l'associazione italiana degli industriali, si schiera a favore dei sindacati e appoggia lo sciopero indetto contro il lassismo del governo. Poche settimane fa, i sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e Usb hanno annunciato uno sciopero dei lavoratori dell'Ilva per il prossimo 11 settembre in quanto il ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio avrebbe lavorato troppo lentamente sulla questione e sarebbe arrivato a ridosso del termine dell'amministrazione straordinaria senza dare risposte concrete ai lavoratori.
Per oggi, mercoledì 5 settembre, è previsto il tavolo al Mise convocato per riavviare la trattativa tra i metalmeccanici e ArcelorMittal e qualora non dovesse iniziare un percorso positivo, percorso che dipende anche dalla decisione del vicepremier riguardo al via libera dopo i pareri di Anac, Avvocatura di Stato e ministero dell’Ambiente, i sindacati e Confiundustria si ritroveranno dalla stessa parte, ovvero entrambi contro il ministero dello Sviluppo Economico.
Se lo sciopero verrà confermato, Confindustria, come anticipato da La Stampa e confermato all’Ansa, “è pronta ad appoggiare la manifestazione sindacale”. La decisione verrà presa nel fine settimana a Verona, dove è convocato il Comitato di presidenza. In quella sede saranno stabilite le forme della protesta, perché Confindustria ritiene il rilancio di Ilva “cruciale” per l’economia industriale del Sud e del Paese.
"Sulla mobilitazione dell'11 settembre ecco comparire nuovamente Confindustria Taranto che, ancora una volta, cerca di strumentalizzare un'iniziativa di mobilitazione sindacale. Ribadiamo la nostra assoluta distanza da chi in questi anni, nel mondo dell'appalto e non solo, ha cercato continuamente di abbattere diritti, sicurezza e salario dei lavoratori", protestano le Rsu Ilva della Fiom Cgil. "In queste ore saremo impegnati a discutere del possibile rilancio ambientale, occupazionale e produttivo di Ilva e pertanto invitiamo Confindustria a non strumentalizzare una fase così complicata per difendere solo e soltanto interessi di parte. Come Fiom ribadiamo che non saremo mai al fianco di Confindustria in nessuna manifestazione".
Il 15 settembre scadrà la proroga dell'amministrazione straordinaria e a fine mese l'Ilva, che già perde un milione al giorno, finirà definitivamente i soldi in cassa. Come spiega Repubblica, "secondo fonti vicine al dossier, la quadra potrebbe aversi con una ridefinizione degli impegni ambientali di Mittal su Taranto e con un aumento di alcune centinaia di unità del numero di addetti che lo stesso Mittal dovrà assumere. La partita si gioca su questo terreno sia perché il ministro Luigi Di Maio, che sta gestendo il caso da metà giugno, ha sinora reputato non adeguata alle aspettative del governo l'offerta ambientale e occupazionale di Mittal, sia perché al doppio miglioramento, Di Maio ha subordinato la tutela del pubblico interesse. Che è l'aspetto che non deve venir meno se si vuole mantenere l'aggiudicazione dell'Ilva a Mittal attraverso la partecipata Am Investco dopo che Di Maio, forte dei pareri dell'Autorità anticorruzione e dell'Avvocatura dello Stato, ha dichiarato che la gara conclusasi a giugno 2017 è illegittima. Ma l'illegittimità, ha subito spiegato Di Maio, non basta a far annullare la gara; occorre che ci sia anche una ragione concreta di pubblico interesse. E questo pubblico interesse si può ancora salvare se con Mittal si definisce un'intesa avanzata proprio sul risanamento ambientale e sui posti di lavoro".