video suggerito
video suggerito

Illegittimo lo ‘sbarco selettivo’ che bloccò i migranti sulla Humanity 1: bocciato decreto Piantedosi

Il Tribunale civile di Catania ha bocciato il decreto Piantedosi, che a novembre aveva disposto uno ‘sbarco selettivo’ per i migranti della nave Humanity 1.
A cura di Annalisa Cangemi
122 CONDIVISIONI
Immagine

Il decreto interministeriale firmato dai ministri Piantedosi, Crosetto e Salvini, che lo scorso 4 novembre impose il divieto alla Humanity 1 di sostare in acque territoriali italiane, impedendo di fatto lo sbarco di tutti i migranti al porto di Catania era illegittimo. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale civile di Catania, alla quale la Ong si rivolse. Tutti i migranti che vengono salvati dalle navi umanitarie devono essere salvati e accolti, non solo quelli vulnerabili, come i minori.

La Commissione europea e l'Onu avevano già definito la "selezione" dei migranti – in base a cui ad alcune persone considerate vulnerabili era stato accordato il permesso di scendere dalle navi delle ong ferme al porto di Catania, mentre per gli altri, chiamati dal titolare del Viminale "carico residuale", non è stato il via libera allo sbarco – una violazione delle leggi.

Secondo la giudice Maria Acagnino "è chiaro che fra gli obblighi internazionali assunti dal nostro Paese vi è quello di fornire assistenza ad ogni naufrago, senza possibilità di distinguere, come sancito nel decreto interministeriale applicato in quella circostanza, in base alle condizioni di salute". Secondo la giudice il decreto interministeriale "è illegittimo in quanto consente il salvataggio (comprensivo dell'approdo e sbarco in luogo sicuro) solo a chi sia in precarie condizioni di salute, contravvenendo – si legge – al contenuto degli obblighi internazionali in materia di soccorso in mare".

Per effetto di quel provvedimento, solo ad una parte dei 179 migranti soccorsi che si trovavano a bordo della nave venne concesso di scendere a terra. I 35 rimasti rimasti a bordo si sono quindi appellati contro il decreto, ma prima che arrivasse la decisione dei magistrati, l'8 novembre venne autorizzato lo sbarco anche dei restanti 35, che minacciavano peraltro uno sciopero della fame.

La misura, secondo il magistrato, incide anche sul diritto dei migranti di presentare domanda di protezione internazionale. I 35 avevano espresso infatti la volontà di richiederla e lo Stato ha quindi l'obbligo di registrare la domanda, "consentendo la regolarizzazione, seppure temporanea, della permanenza del migrante sul territorio dello Stato". La violazione di quest'obbligo, inoltre, si pone in contrasto con il divieto di trattamenti inumani e degradanti previsto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.

La sentenza arriva alla vigilia del voto finale alla Camera (in programma mercoledì) sul decreto legge del 3 gennaio, che contiene la stretta alle navi da soccorso e il nuovo codice di condotta per le Ong. Il governo ha posto la questione di fiducia sul provvedimento che poi passerà al Senato.

"Questa sentenza di un tribunale italiano sottolinea che il nuovo governo italiano è obbligato a seguire il diritto internazionale", ha commentato Mirka Schaefer, legale di Sos Humanity. "I diritti dei rifugiati che chiedono protezione internazionale – ha spiegato Schaefer – non possono essere lesi privando alcuni di loro del diritto di chiedere asilo in uno Stato membro dell'Ue. Il giudice sottolinea l'obbligo dell'Italia di fornire assistenza a ogni persona naufragata, cosa che il governo italiano non ha fatto nel novembre 2022. Inoltre – ha aggiunto – l'Italia sta violando questo dovere con il nuovo decreto legge del 2 gennaio 2023 che limita la ricerca non governativa e salvare. Questo nuovo decreto contraddice il diritto marittimo internazionale, i diritti umani e il diritto europeo e porterà a più morti nel Mediterraneo. Chiediamo ai parlamentari italiani di votare mercoledì contro questo decreto illegittimo e di impedirne la conversione in legge nazionale".

Per il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, "il tribunale di Catania è stato chiaro, il governo italiano ha violato il diritto internazionale. Il governo Meloni e il ministro Piantedosi si rimangino la vergogna del ‘carico residuale'".

"Il Tribunale di Catania (sezione Immigrazione) ha dichiarato illegittimo il Decreto Piantedosi del novembre 2022 che introduceva ‘sbarco selettivo' e respingimento del ‘carico residuale' – ha detto il senatore del Pd Antonio Nicita – Secondo il Tribunale, ‘la legittimità del decreto va valutata alla luce della normativa che regola la materia del soccorso in mare e del riconoscimento del diritto di asilo'. Il Tribunale richiama la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) laddove impone a tutti gli Stati aderenti di ‘promuovere l'istituzione, l'attivazione ed il mantenimento di un adeguato ed effettivo servizio di ricerca e soccorso relativo alla sicurezza in mare'".

"Secondo il Tribunale di Catania – ha aggiunto il senatore dem – ‘il decreto è illegittimo in quanto consente il salvataggio (comprensivo dell'approdo e sbarco in luogo sicuro) solo a chi sia in precarie condizioni di salute, contravvenendo al contenuto degli obblighi internazionali summenzionati, in materia di soccorso in mare. Altro profilo rilevante è l'incidenza del decreto interministeriale sul diritto dei migranti di presentare domanda di protezione internazionale. Tema che impatta anche sul nuovo Decreto Piantedosi, attualmente in vigore. Secondo il Tribunale di Catania in presenza di domanda di protezione internazionale, sorge l'obbligo dello Stato Italiano a registrare tale domanda, consentendo la regolarizzazione, seppure temporanea della permanenza del migrante nel territorio dello Stato".

122 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views