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Ilda Boccassini, il metodo – Boffo e uno spiacevole precedente

Dopo l’ennesimo attacco de Il Giornale al magistrato che sta indagando sul caso Ruby, sono in tanti a parlare nuovamente di “Metodo – Boffo”: rispunta il precedente del pedinamento del giudice Mesiano.
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Ilda-Boccassini

Dopo l'ennesima provocazione de Il Giornale, che racconta una storia di qualche anno fa avente per protagonista una Ilda Boccassini in veste di "difensore del diritto alla privacy individuale", infuriano le polemiche intorno al quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. "Le campagne di denigrazione e l'attacco personale ai magistrati si qualificano da soli e in un sistema di civile convivenza devono essere un problema per chi ne è autore e non per chi ne è vittima": a parlare è il capo della Procura di Milano Edmondo Bruti Liberati che difende con energia l'operato della Boccassini e degli altri magistrati milanesi che si stanno occupando dell'inchiesta sul caso Ruby, con le ultime clamorose intercettazioni di Nicole Minetti che sembrano aggravare la posizione del Presidente del Consiglio (e con la probabilità di un nuovo caso legato alla minorenne Iris Berardi).

Ancora una volta, dunque, il Giornale finisce nell'occhio del ciclone con l'accusa di aver utilizzato l'ormai famoso "Metodo – Boffo" per denigrare l'immagine di un personaggio "impegnato attivamente" a contrastare "l'egemonia politica e mediatica di Silvio Berlusconi"". Come ricorderete si tratta di una definizione coniata in seguito alla presentazione di un dossier contro l'allora direttore de "L'Avvenire" Dino Boffo, reo di aver trattato in modo molto severo e critico la vicenda delle intercettazioni telefoniche riguardanti Silvio Berlusconi (siamo nell'agosto del 2009). Una vicenda conclusasi poi con la sanzione disciplinare della sospensione per sei mesi dall'albo dei giornalisti per le false accuse a Dino Boffo "che ne hanno violato la dignità personale e il decoro professionale e per le false rivelazioni attribuite al Tribunale di Terni" nei confronti dell'allora direttore Vittorio Feltri. Da allora la definizione di "Metodo Boffo" è entrata nel lessico comune ed è stata di volta in volta adoperata per vicende di diverso tipo, ad esempio riguardanti il Presidente della Camera Gianfranco Fini, ma anche il Governatore della Campania Stefano Caldoro.

Ecco quindi che si torna a parlare di killeraggio mediatico nei confronti del pm milanese, ormai visto come un vero e proprio nemico dagli ambienti vicini al Cavaliere (che del resto non ha certo lesinato toni durissimi verso i magistrati nel suo secondo video – messaggio). Certamente però viene da chiedersi a chi giovi una simile contrapposizione frontale e quanto c'entrino in effetti le scelte individuali dei pm con i fatti in questione: in buona sostanza, siamo sicuri che la Boccassini avrebbe dovuto o potuto astenersi dall'indagare sul "vorticoso turbine" di ragazze che frequentavano la residenza privata del Presidente del Consiglio solo perchè in passato si era difesa dall'accusa di "comportamenti boccacceschi" parlando di diritto alla privacy? Questo al di là dell'esistenza o meno di reati o comportamenti scorretti da parte del Cavaliere, cosa che verrà stabilità dagli organi competenti, ma che soprattutto non ha nulla a che vedere con la titolarità dell'inchiesta. Il rischio è quello di un nuovo caso – Mesiano, il giudice del verdetto Fininvest – Cir seguito per giorni dalle telecamere Mediaset e trovato colpevole addirittura di "sosta dal barbiere" ed "utilizzo di calzini blu".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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