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Ilaria Salis dalla detenzione all'elezione in Europa

Ilaria Salis, l’Ungheria vuole chiedere la revoca dell’immunità: quando potrà tornare in Italia

L’Ungheria ieri ha fatto sapere che intende chiedere al Parlamento europeo la revoca dei domiciliari per Ilaria Salis. Ecco cosa può succedere.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'immunità per Ilaria Salis non è ancora scattata, dopo la sua elezione al Parlamento europeo con Avs, ottenendo 176mila preferenze. La sua elezione dovrebbe assicurarle l'immunità, il che significherebbe che per i prossimi 5 anni, durata del mandato, il suo processo verrebbe sospeso, e non andrebbe avanti. L'insegnante 39enne, originaria di Monza, si trova ancora ai domiciliari a Budapest, dopo aver trascorso 15 mesi in carcere, accusata di aver partecipato ad alcuni attacchi contro militanti di estrema destra in Ungheria.

Si trova in una condizione di pericolo, a seguito di minacce ricevute, e per questo ha chiesto di essere trasferita dall'abitazione che le è stata assegnata dalle autorità ungheresi all'ambasciata italiana, in attesa di tornare in Italia.

"Sto trascorrendo queste giornate preparandomi per il lavoro che mi aspetta al Parlamento europeo. Non vedo l'ora di iniziare" ha detto Salis in un'intervista a La Stampa. Quanto ai tempi e il modo in cui potrà ottenere l'immunità da eurodeputata che le consentirebbe di lasciare l'Ungheria, fare rientro in Italia e potersi presentare a Strasburgo, l'attivista antifascista non si sbilancia: "Non so, per tutto quello che riguarda la mia situazione giudiziaria e le sue possibili evoluzioni rimando ai miei avvocati".

Ora però l'Ungheria ha fatto sapere che intende chiedere la revoca dell'immunità al Parlamento europeo. Lo ha detto ieri il capo di gabinetto del governo ungherese Gergely Gulyás. Con questo scenario, e in attesa che il Parlamento si esprima, Salis potrebbe anche tornare in carcere. Per arrivare questo serve che la revoca venga votata da una maggioranza semplice, 50%+1.

"L'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità", ha detto ieri il rappresentante del governo parlando in conferenza stampa dell'elezione all'Eurocamera di Salis. Se la maggioranza del Parlamento europeo voterà per la revoca, "il procedimento penale potrà continuare durante il mandato dell'eurodeputata. In caso contrario potrà proseguire al termine del mandato".

Il capo di gabinetto ha spiegato che "l'immunità è composta di due elementi: l'immunità e l'inviolabilità. Inviolabilità significa che il procedimento può continuare quando e se la persona non gode dell'immunità o le è stata revocata. Quindi – ha specificato – l'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità".

"Se un'ampia maggioranza del Parlamento europeo non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impunito questo tipo di grave crimine, allora revocherà l'immunità e il procedimento penale potrà proseguire durante il mandato dell'eurodeputato" ha aggiunto, specificando che in caso contrario, il processo potrà "continuare allo scadere del mandato". Commentando poi l'elezione di Salis al Parlamento europeo, Gulyás ha detto che "si tratta di una visione non molto positiva della democrazia italiana e di una parte della volontà degli elettori".

"Mandare un criminale al Parlamento europeo – ha aggiunto – non fa bene né al Parlamento europeo né agli elettori che hanno pensato che un criminale dovesse essere mandato al Parlamento".

Cosa ha detto il padre di Ilaria della richiesta di Budapest di revocare l'immunità

Roberto Salis, padre di Ilaria, non è sorpreso delle dichiarazioni del portavoce del governo Orban Gergely Gulyás: "Mi stupirei del contrario: se non lo dicessero sarebbe una ammissione" che "i capi d'accusa sono stati strutturati in modo pretestuoso" in quello che è "un processo politico".

Deve essere l'autorità nazionale competente – non il tribunale "che non può chiedere nulla ma deve rispettare le regole europee ed ungheresi" – a chiedere eventualmente la revoca dell'immunità che poi spetta all'aula del Parlamento Europeo votare a maggioranza. Se viene approvata, il processo continua altrimenti, ha ricordato Gulyás, riprende a fine mandato. "Lo sappiamo benissimo. La sua è una dichiarazione di come sono le regole" ha aggiunto, sottolineando che però ora la questione più urgente è un'alta. Al momento il "problema grave" è la proclamazione, perché è solo da quel moneto "scatterà l'immunità e in quel momento potrà andare dove vuole". Fino a quando non ci sarà la proclamazione non può uscire di casa e certamente non andare al Parlamento dove "i 760 eurodeputati eletti", tranne lei, "stanno già lavorando" con commissioni di gruppo "per prepararsi alla prima seduta del 16 luglio. Per gli altri la proclamazione non cambia nulla, lei invece non può lavorare", ha concluso Roberto Salis.

Come ha spiegato Fiammetta Borgia, professore di Diritto internazionale presso l'Università di Roma, Tor vergata, intervistata dall'Adnkronos, due sono gli scenari dopo la proclamazione: "L'autorità giudiziaria ungherese può o non chiedere la revoca della immunità e quindi mettere la Salis in libertà perché è proclamata; oppure chiedere la revoca ed in questo caso (dopo la proclamazione, ndr) anche chiedere la sospensione dei domiciliari nel timore che possa fuggire. In ogni caso, anche se l'immunità viene concessa, si protrae fino al termine del mandato da parlamentare europeo. La libertà di Ilaria Salis è nelle mani del Parlamento europeo".

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