Ilaria Salis è candidata alle europee con Alleanza Verdi-Sinistra, cosa cambia per lei se viene eletta
Ilaria Salis, insegnante e attivista italiana attualmente detenuta in Ungheria, sarà una candidata alle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno. La 39enne farà parte delle liste di Alleanza Verdi-Sinistra. Fonti vicine ad Avs lo hanno confermato a Fanpage.it. Nelle scorse settimane si era ipotizzato che Salis potesse essere candidata con il Pd, e il padre della donna aveva detto in un'intervista a Fanpage.it che in quel momento la candidatura non era un'opzione. Le cose sono cambiate da allora, evidentemente.
Salis è in carcere in Ungheria da tredici mesi, e il suo caso ha attirato l'attenzione nazionale da quando, nel corso di un'udienza, è stata portata in aula a Budapest con manette ai polsi e alle caviglie e una catena al collo. L'accusa nei suoi confronti è di aver partecipato a un'aggressione nei confronti di due neonazisti durante una manifestazione l'11 febbraio 2023. La Procura ungherese ha chiesto per lei undici anni di carcere. Di recente il tribunale ungherese ha negato i domiciliari a Salis, che quindi resta detenuta in carcere, in condizioni che la famiglia ha denunciato: senza carta igienica, sapone o assorbenti e con cimici nei materassi. La sua situazione ha portato a muoversi anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che poche settimane fa ha chiamato la famiglia per esprimere vicinanza.
Come cambia la situazione di Ilaria Salis in caso di elezione
Se Salis venisse eletta come europarlamentare – cosa che potrebbe accadere a condizione che Avs superi la soglia di sbarramento del 4% – la sua situazione giudiziaria potrebbe cambiare completamente. Acquisirebbe l'immunità parlamentare, cosa che le permetterebbe di uscire dal carcere. È infatti vietato togliere la libertà a un parlamentare europeo, a meno che non vengano colti in flagranza di reato.
Va chiarito: non cadrebbero le accuse, e quindi il processo non terminerebbe in automatico. Ma la procura ungherese dovrebbe chiedere al Parlamento europeo l'autorizzazione a procedere per far ripartire le udienze. La decisione sarebbe analizzata da una commissione parlamentare e poi votata dal Parlamento. Gli eurodeputati potrebbero decidere di garantire la totale immunità, e quindi sospendere anche il processo, negare l'immunità oppure riconoscerla solo parzialmente. In questo caso il procedimento continuerebbe comunque a Budapest, ma Salis potrebbe partecipare alle udienze senza essere detenuta in via preventiva.
Così avvenne, nel 1984, anche con il noto giornalista e conduttore Enzo Tortora, allora agli arresti domiciliari con l'accusa (infondata) di spaccio di stupefacenti. La Procura di Napoli dovette ritirare i domiciliari come conseguenza dell'immunità parlamentare. È possibile comunque che ci sarebbero resistenze dall'Ungheria per il caso Salis, e che la questione andrebbe valutata dalle corti ungheresi, italiane ed europee prima di arrivare a una risposta definitiva.