Il video della consigliera presa a parolacce per aver detto che la Costituzione è antifascista
È bastata una parola per scatenare il caos nel Consiglio comunale di Marcon, in provincia di Venezia: "Antifascista". L'intervento è stato quello della consigliera Margherita Lachin, che ha affermato: "Riconosco la proprietà privata perché è riconosciuta nella nostra Costituzione antifascista". Immediatamente, dai banchi della maggioranza – e in particolare dal capogruppo di Fratelli d'Italia Stefano Franceschetto, secondo quanto ricostruito – è partito un sonoro "ma vaffa…", ripetuto più volte. Lachin non è riuscita a continuare il suo intervento e, come mostra il video della seduta, ha preso la parola il presidente del Consiglio municipale, Thomas De Rossi.
Doo aver chiesto di mantenere l'ordine – ed essersi limitato a chiamare Franceschetto – De Rossi si è poi rivolto a Lachin: "L'antifascismo c'entra abbastanza poco. La invito a continuare, gentilmente, con i dovuti modi". Una risposta dopo la quale Lachin ha insistito: "Trovo assurdo, assurdo la ripresa per aver affermato un dato di fatto. Ma è evidente che c'è qualcuno che ha un problema".
Qui si è riacceso lo scontro con De Rossi, che ha riacceso il suo microfono: "Consigliere, scusi un momento, mi faccia un chiarimento altrimenti le tolgo la parola. Definisca un ‘dato di fatto'. Ha dato del fascista… ha dato dei fascisti…". E la consigliera si è scaldata: "Non ho dato dei fascisti a nessuno". "E allora qual è il dato di fatto?". Il litigio è continuato: "Lei mi riprende perché ho detto ‘Costituzione antifascista' ed un consigliere mi ha offeso con una parolaccia?". "No, non la sto riprendendo, le sto chiedendo un chiarimento".
Il video dell'intervento è circolato rapidamente in rete, attirando la risposta indignata di molti compagni di partito della consigliera. La deputata Debora Serracchiani ha espresso "solidarietà" a Lachin, "colpevole di aver definito ‘antifascista' la nostra Costituzione, evidentemente uno scandalo tale da suscitare prima l'insulto dai banchi dei sedicenti ‘patrioti' e poi la reprimenda del presidente del Consiglio comunale. Dietro una facciata di rispettabilità ufficiale cova e diventa sempre più aggressiva una destra che non si riconosce nella storia del riscatto democratico nazionale". Stefano Bonaccini, presidente del Pd e capolista alle europee nel Nord-Est, ha telefonato alla consigliera: "È incredibile che chi guida le istituzioni si permetta di riprendere chi ricorda le radici antifasciste della Costituzione. Ho detto a Margherita di non mollare perché la sua è la battaglia di tutti gli italiani perbene".
Vanessa Camani, capogruppo del Pd regionale, ha preso le difese di Lachin: "Ormai il germe "vannacciano" ha pervaso la destra, con conseguenze molto pericolose per le nostre istituzioni. Quanto è accaduto alla nostra consigliera comunale è la rappresentazione drammatica di un mondo alla rovescia, nel quale definire antifascista la nostra Costituzione diventa eresia".