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Il viceministro Leo boccia la proposta di Salvini sulla pace fiscale: “Nessun condono”

Il viceministro all’Economia dice che “non sono previste” ipotesi di condono, nonostante Matteo Salvini continui a chiedere una grande e definitiva “pace fiscale”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nessuna pace fiscale, nessun condono. La risposta alle parole di Matteo Salvini arriva dal viceministro all'Economia, Maurizio Leo. Da giorni il vicepresidente del Consiglio sta rilanciando l'idea di una grande e "definitiva" operazione di "tregua" per chi ha dei debiti con il fisco, con l'appoggio di Forza Italia. Nel suo intervento di ieri al Senato, il vice di Giancarlo Giorgetti al Mef con delega al fisco è stato chiaro: "Non sono previste ipotesi di condono generalizzato". Niente saldo e stralcio, come chiedono Salvini e i forzisti, che vorrebbero permettere a chi ha un debito fino a 30mila euro di restituirne una parte e cancellare la cartella.

Leo ha dato "viceversa informazioni circa l'andamento delle procedure di rottamazione sostenendo che il numero delle istanze pervenute all'amministrazione finanziaria ne testimonia la sostanziale validità". La definizione agevolata delle cartelle, i cui termini sono scaduti lo scorso 30 giugno, ha visto l'invio di 3,8 milioni di domande. Per il viceministro è un "risultato incoraggiante". Le istanze verranno lavorate entro il 30 settembre, poi arriverà la comunicazione dall'Agenzia delle Entrate agli interessati.

Intervenendo in videocollegamento a un convegno, Leo ha anche ricordato che "con l'annullamento dei crediti di importo fino a mille euro previsto dalla legge di Bilancio 2023 sono state stralciate 36 milioni di cartelle di pagamento intestate a oltre 8 milioni di contribuenti". Insomma, un primo condono è già stato fatto, e il governo non prevede di farne un altro molto più corposo, anche nella formula del saldo e stralcio.

La pace fiscale, come ricordano da Forza Italia, faceva parte però del programma del centrodestra alle scorse elezioni politiche. Nonostante ciò, il resto dell'esecutivo resta freddo sulle rivendicazioni di Salvini. Nella delega fiscale – dove c'è la riforma dello strumento cartelle, che potrebbe portare al prelievo forzoso – non c'è però traccia dell'ampia tregua che chiede gran parte della maggioranza.

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