Stavolta la legnata è stata forte, anzi fortissima. Silvio Berlusconi si aspettava un tracollo di Forza Italia alle elezioni in Emilia Romagna e Calabria, ma non certo la catastrofe venuta fuori dalle urne. Gli azzurri in Emilia valgono metà della Lega Nord; in Calabria la stessa candidata governatrice di Forza Italia, Wanda Ferro, rischia addirittura di restare fuori dal consiglio regionale. Era stata “imposta” dalla coordinatrice calabrese del partito, Jole Santelli. Espressione dunque del “cerchio magico”. Il risultato è stato disastroso.
Fitto all’assalto del “cerchio magico” – Raffaele Fitto questa mattina ha suonato la carica: “Mi auguro – scrive il leader dell’opposizione interna di FI sul suo blog – che nessuno si azzardi a minimizzare o a cercare alibi per il nostro drammatico risultato in Calabria e in Emilia Romagna, regione in cui siamo stati addirittura doppiati dalla Lega. E sarà bene ricordare passo dopo passo tempi e modalità delle scelte che sono state compiute(con clamorosi errori) per definire le candidature e le alleanze”.
“Mi pare il minimo azzerare tutte le nomine” – Fitto chiede l’azzeramento dei vertici del partito: “Dalle Europee a oggi – aggiunge – abbiamo perso 6 mesi. Che dovevano servire (come proposto da tanti di noi) sia per un serio rilancio sui contenuti, sia per un rinnovamento interno guidato dal coinvolgimento dei cittadini e dal superamento del metodo antistorico delle nomine e delle cooptazioni. A questo punto, mi pare il minimo azzerare tutte le nomine, per dare il via a una fase di vero rinnovamento”.
“Basta con una linea politica ambigua” – E se il concetto non fosse chiaro insiste: “Basta con le nomine, quindi. Basta con i gruppi autoreferenziali che hanno determinato in questi mesi una politica e una comunicazione inefficaci e prive di qualunque credibilità, bocciate senza appello dai nostri elettori. E soprattutto – conclude Fitto – basta con una linea politica incomprensibile, ambigua, che oscilla tra l’appiattimento assoluto verso il Governo nei giorni pari, e gli insulti al Governo nei giorni dispari”.
L’appello di Fitto viene immediatamente raccolto e rilanciato dai parlamentari a lui fedeli, mentre sul fronte berlusconiano gli unici a tentare di difendere il quartier generale sono Mariastella Gelmini e Giovanni Toti. Non sarà facile però, a questo punto, difendere lo “status quo”: il bersaglio di Fitto, infatti, non è solo quel “cerchio magico” che ha indirizzato le recenti nomine e che conserva ormai una sola roccaforte, la Campania, dove Forza Italia è guidata dal senatore Domenico De Siano. Fitto mette nel mirino, secondo chi conosce bene le dinamiche interne a Forza Italia, soprattutto Denis Verdini.
Verdini nel mirino – L’uomo del Nazareno, tornato nelle grazie del “cerchio magico” dopo aver abbandonato a se stesso proprio l’ex alleato Raffaele Fitto, è il convitato di pietra di tutte le polemiche di queste ore. Il suo atteggiamento troppo accomodante verso il suo grande amico Matteo Renzi è considerato alla radice dei guai elettorali degli azzurri. Così come dalle parti del “cerchio” si inizia a dubitare che le promesse fatte arrivare a Berlusconi (a partire dalla modifica della Legge Severino) siano mai state per davvero all’ordine del giorno del Pd. E il fatto che un “verdinano doc” come il senatore Antonio Milo si accodi alle critiche di Fitto è molto più di un campanello d’allarme…