Il totoministri del nuovo governo Conte: Di Maio agli Esteri, Franceschini verso la Difesa
Una notte di trattative, seguita da altri incontri anche in mattinata. La lista dei ministri che il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, presenterà al capo dello Stato, Sergio Mattarella, sembra essere quasi pronta. Manca, forse, ancora qualche dettaglio. Ma intanto filtrano da fonti parlamentari e da Palazzo Chigi le prime informazioni sulla composizione della squadra del Conte bis. La prima certezza è che i capi-delegazione, soprattutto dopo il passo indietro di Andrea Orlando per il Pd, saranno Luigi Di Maio e Dario Franceschini. Il primo dovrebbe andare agli Esteri, mentre il secondo sembra dirigersi verso la Difesa e non verso una conferma ai Beni culturali. Anche se il suo obiettivo potrebbe rimanere quello di puntare al Viminale. Franceschini, inoltre, sarà l’unico ministro uscente del Pd confermato rispetto alla scorsa legislatura. Tutti gli altri saranno nomi nuovi.
Conte al Colle con la lista dei ministri
Il presidente del Consiglio incaricato è atteso al Quirinale dove si presenterà per sciogliere la riserva e portare al capo dello Stato la lista dei ministri che faranno parte del nuovo governo composto da M5s, Pd e Leu. Conte potrebbe andare al Colle già in mattinata, nel caso in cui tutte le trattative siano concluse con successo e la squadra dell'esecutivo sia completa. Poi la lista passerà al vaglio del Quirinale che comunque non dovrebbe avere perplessità sui nomi presentati, secondo quanto filtrato finora. Dopo la presentazione della lista dei ministri, già nel pomeriggio o nella giornata di domani potrebbe tenersi il loro giuramento.
I ministeri chiavi: Economia e Interno
Ministero chiave è quello dell’Economia: a indicarne il titolare dovrebbe essere il Pd e in pole position c’è non un tecnico (come avvenuto negli ultimi anni), ma un politico: il presidente della commissione Economia e Finanze del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri. Che oggi avrebbe dovuto presiedere la commissione con tanto di due audizioni, ma non era presente a Bruxelles, per un imprevisto dell’ultimo momento. Forse legato proprio al governo che sta per nascere. Gualtieri ha ottimi rapporti ed è molto apprezzato a Bruxelles e anche per questo potrebbe essere preferito a profili tecnici come quello di Dario Scannapieco.
Anche al ministero dell’Interno potrebbe andare un esponente scelto dal Pd. L’ipotesi più credibile è quella dell’ex prefetto Luciana Lamorgese, ma in corsa restano anche Franco Gabrielli e Alessandro Pansa. Tutti profili meno politici. Dubbi sul ministero del Lavoro, che potrebbe andare al M5s con Nicola Morra. Ma si parla anche di Teresa Bellanova, ex viceministro nella scorsa legislatura, per il Pd. Per lei c'è anche l'ipotesi del ministero dell’Agricoltura. Altro nome che viene fatto è quello di Giuseppe Provenzano, che i dem potrebbero scegliere per il Sud. Nello scacchiere rientra anche la casella dello Sviluppo economico, che potrebbe andare ai 5 Stelle se al Pd andasse l’Economia: si fanno i nomi di Stefano Buffagni, Laura Castelli e Barbara Lezzi.
Novità alla Cultura e all'Istruzione
Ai Beni culturali, nel caso in cui Franceschini vada alla Difesa, si parla di Anna Ascani. Per lei, dell’area renziana, possibile anche un incarico agli Affari regionali. Mentre ai dem potrebbero andare gli Affari europei: i nomi che si fanno sono quelli di Vincenzo Amendola e Lia Quartapelle. Per l’Istruzione torna il nome di Nicola Morra, seguito anche da quelli di Lorenzo Fioramonti e Luigi Gallo.
Le conferme in casa M5s
Alla Giustizia probabile la conferma di Alfonso Bonafede, così come all’Ambiente potrebbe tornare Sergio Costa. Più dubbi per la Sanità, dove rimangono comunque alte le quotazioni dell’uscente Giulia Grillo. I Rapporti con il Parlamento potrebbero vedere la conferma di Riccardo Fraccaro, ma ci sono anche altre ipotesi: si parla di Lorenzo Guerini (se a Franceschini dovesse andare la Difesa) o di Francesco D’Uva per i 5 Stelle. Per la Pa si fa il nome di Mattia Fantinati, mentre il M5s vorrebbe il nuovo ministero dell’Innovazione: in questo caso si fa il nome del giovane deputato Luca Carabetta. Chi è sicura di entrare nel governo è la vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli: per lei si pensa alle Infrastrutture o anche allo Sviluppo economico.
Il ministro di Leu e il sottosegretario alla presidenza
Ci sono poi altri due nodi da sciogliere. Un ministero spetterà a Liberi e Uguali. Finora il nome più accreditato era quello di Rossella Muroni (per l’Ambiente), ma alla fine a prevalere potrebbero essere Roberto Speranza o Vasco Errani, anche per altre caselle. Infine, ultima delicata partita è quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Conte vorrebbe un suo uomo di fiducia come Roberto Chieppa, ora segretario generale di Palazzo Chigi. Ma i 5 Stelle vogliono imporre un loro nome, come quello di Vincenzo Spadafora o Riccardo Fraccaro. E anche il Pd punta a inserirsi in questo braccio di ferro, sponsorizzando nomi come quello di Graziano Delrio, che questo ruolo l’ha già ricoperto in passato.