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Il tesoretto di 1,6 miliardi era un bluff

Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio frenano sul “tesoretto” di 1,6 miliardi di euro: risorse “non certe” e, in ogni caso, da destinare al miglioramento dei conti.
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Dove eravamo rimasti? Ah, sì: alla discussione su come spendere quell’1,6 miliardi di euro “scovati dai tecnici del Governo tra le pieghe del Documento di Economia e Finanza. Risorse che sarebbero frutto della differenza “tra l’obiettivo programmatico di un rapporto deficit-PIL al 2,6 per cento e quello tendenziale al 2,5 per cento”. Per dirla con Fabrizio Forquet, quei “soldi sono un deficit, tutta roba di carta, numeri astratti e potenziali, una franchigia che si determina sulla base di un aumento del Pil che il Governo stima superiore a quello che era stato precedentemente previsto e di tassi di interesse in declino; una previsione, dunque, non un dato di fatto”.

La capacità di Renzi e Padoan, spalleggiati da megafoni in Parlamento e sui media, è stata quella di costruire un mito intorno a questa previsione, scegliendo “come e dove indirizzare la discussione: non sulle incongruenze del Def, non sulle fallaci previsioni degli anni scorsi, non sulla distanza fra le dichiarazioni (“tagliate le tasse per 18 miliardi di euro) e i numeri, non sulla ripresa che (ancora) non c’è e sull’occupazione che ristagna, ma sul “tesoretto” o bonus che dir si voglia”.

Lo stesso Forquet del resto, aveva anticipato alcune questioni essenziali:

Per il prossimo anno, è ormai cosa nota, Renzi e Padoan dovranno trovare 16 miliardi di euro per evitare il disastroso aumento della pressione fiscale legato all’incremento dell’Iva. Sono tagli di spesa dolorosi che dovranno trovar posto nella prossima legge di stabilità. […] Un bilancio che per quest’anno vede affidati 5,2 miliardi di tagli alla difficile trattativa con gli enti locali e le Regioni, che conta su 3,3 miliardi di lotta all’evasione tutti da realizzare, che confida in un via libera tutt’altro che scontato della Ue su 1,7 miliardi frutto di split payment/reverse charge e, non ultimo, deve ancora trovare circa un miliardo di euro per la bocciatura della Robin tax da parte della Corte costituzionale.

Come si fa a parlare di “tesoretto” da distribuire davanti a tutto questo? Di questo gruzzolo di 1,6 miliardi, che poi tanto gruzzolo non è, che si sarebbe improvvisamente materializzato all’interno del bilancio? Di fronte a tante emergenze sarebbe il caso di tenerlo da parte quel tesoretto, anche se fosse davvero disponibile.

Problematiche emerse nel corso delle audizioni in Commissione sul Def, una vera “doccia gelida sui piani del Governo”. Il vicedirettore della Banca d’Italia Luigi Signorini, ad esempio, ha spiegato che la deviazione rispetto all’indebitamento netto dal 2,6% al 2,5%, insieme a quella ben più rilevante ipotizzata per il 2016, “dovrà essere valutata dalla Commissione europea e dal Consiglio della Ue” e in ogni caso, “appare opportuno che un andamento tendenziale del saldo migliore delle attese, peraltro dovuto interamente alla minore spesa per interessi, sia utilizzato per accelerare il riequilibrio della finanza pubblica”. In soldoni: non sappiamo ancora se questi soldi ci siano o meno, ma ove mai ci fossero, andrebbero utilizzati per consolidare i conti, senza ulteriori impieghi.

Poi è toccato a Pisauro, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, organismo incaricato di analisi indipendenti sulla finanza pubblica, che ha letteralmente smontato il tesoretto: “Sembra prematuro in questa fase dell’anno, quando ancora non si conosce il saldo dell’autotassazione, pensare di utilizzare risorse, sebbene di entità limitata, reputandole già acquisite”. In soldoni: ad oggi non è possibile dire che questi soldi ci siano, bisognerebbe aspettare almeno che il miglioramento di cui parla il Governo si materializzi, e dunque non ha alcun senso pensare a come spendere risorse che non ci sono.

Padoan invece tira dritto e, confortato anche dall'Istat (che giudica i dati sul Pil "in linea" con le previsioni del Governo), ricorda che l'Italia è fuori dalla recessione e che addirittura le stime del Governo sarebbero prudenziali. Il tesoretto non lo nomina più. Per adesso.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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