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Il Tar dà torto a Salvini sulla precettazione dello sciopero, ora dovrà pagare le spese legali

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha dichiarato illegittima la precettazione dello sciopero indetta da USB, condannando il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini al pagamento delle spese legali. Assenti le condizioni straordinarie per giustificare l’intervento del ministro Salvini.
A cura di Francesca Moriero
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“Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio annulla il provvedimento impugnato e condanna il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al pagamento delle spese di lite in favore delle organizzazioni ricorrenti, quantificate in euro 2.500, oltre accessori di legge, per ciascuna di esse". Con queste parole si chiude la sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato l’ordinanza del ministro dei trasporti Matteo Salvini sullo sciopero del 13 dicembre scorso, giudicandola illegittima. La decisione del tribunale amministrativo dà ragione quindi ai sindacati, confermando che il ministro non poteva precettare la protesta indetta dall’Unione Sindacale di Base (Usb) e da altre organizzazioni.

Perché il Tar ha dato ragione a Usb

La sentenza sottolinea come l’intervento di Salvini sia stato privo dei presupposti necessari per l’esercizio del potere di precettazione. Secondo il Tar, infatti, "il potere di precettazione del Ministro può essere esercitato su segnalazione della Commissione di garanzia, ovvero quando ricorrano condizioni di urgenza e necessità", condizioni che non erano presenti nel caso dello sciopero del 13 dicembre. La Commissione di garanzia aveva infatti già allora giudicato regolare lo sciopero, e il Tar ha ribadito che non c’erano quindi elementi straordinari per giustificare l’azione del ministro. Di conseguenza, l’ordinanza è stata dichiarata illegittima e il Ministero è oggi condannato al pagamento delle spese legali: 2500 euro.

Per Usb "Salvini è alla disperata ricerca di visibilità"

Non è la prima volta che Salvini tenta di depotenziare uno sciopero nel settore dei trasporti. Già nel dicembre 2023 aveva precettato uno sciopero del trasporto locale, e anche in quel caso il Tar aveva successivamente giudicato illegittima la sua azione, sebbene la sentenza fosse arrivata a sciopero ormai depotenziato. Per l'Unione Sindacale di Base, come si legge nel comunicato, queste azioni fanno parte di una strategia politica dello stesso Salvini, “alla disperata ricerca di visibilità” anche se, come precisa Usb "ultimamente con sempre meno successo". Il sindacato accusa il ministro di ignorare i problemi strutturali del settore trasporti, concentrandosi invece sul tentativo di limitare il diritto di scioperoper "compiacere le associazioni padronali".

Usb ha accolto con soddisfazione la sentenza del Tar, definendola una "vittoria del diritto contro gli abusi di potere". Nel comunicato, il sindacato ha dichiarato: "È evidente che Salvini sia più interessato a una crociata contro il diritto di sciopero che a risolvere i problemi reali del trasporto pubblico. Ma troverà ancora più determinazione nella nostra organizzazione, che ha già dimostrato di poterlo contrastare efficacemente".

Il sindacato ha anche avvertito poi che, con i "pessimi contratti" che si profilano nel trasporto pubblico locale e nelle ferrovie, le ragioni delle proteste potrebbero aumentare, promettendo di non lasciare spazio ad altri interventi del ministro Salvini che vadano "oltre il potere di cui dispone".

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