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Superbonus 110, le ultime notizie

Il superbonus 110% ha dato lavoro a 900mila persone ed è costato meno del previsto: i dati Censis

Il nuovo rapporto dell’istituto Censis fa un punto sul superbonus 110% e il suo impatto economico. In due anni, più di 900mila persone occupate. È, invece, più basso di quanto si pensasse il peso economico per lo Stato: il 70% di quello che spende per il bonus rientra con le tasse.
A cura di Luca Pons
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In poco più di due anni, dall'agosto 2020 all'ottobre 2022, il superbonus 110% ha dato lavoro a circa 900mila persone. Secondi dati pubblicati oggi dall'istituto Censis, i lavori di efficientemente energetico degli edifici che sono stati fatti utilizzando il superbonus hanno avuto un "impatto occupazionale" di 583mila persone direttamente coinvolte nel settore edile e nel suo indotto, più altri 319mila lavoratori in settori collegati indirettamente al mondo dei cantieri.

In particolare, nel 2022 finora le persone ‘attivate' con il superbonus 110% sono state oltre 630mila, considerando sia i "diretti" (411mila) che gli "indiretti" (225mila). Ma il rapporto – realizzato con la società di consulenza Harley&Dikkinson e diverse sigle della filiera delle costruzioni – guarda anche ad altri aspetti del superbonus: ad esempio, quanto costa allo Stato.

Quanto è costato il superbonus 110% allo Stato

Nei due anni presi in considerazione, per i lavori legati al superbonus sono stati investiti 55 miliardi di euro da parte di chi commissionava i cantieri. Dato che il bonus ‘rimborsa' il 110% della spesa, allo Stato questo costa poco più di 60 miliardi di euro. La stima di Censis, però, è che il gettito fiscale generato da tutta la produzione che si è attivata con le costruzioni possa restituire circa il 70% della spesa alle casse pubbliche. Insomma, grazie alle tasse aggiuntive generate dai lavori si possono ripagare più di due terzi della spesa che lo Stato ha fatto e farà per il superbonus: circa 43 miliardi sui 60 previsti finora.

Il superbonus, in più, ha aumentato il valore degli immobili. Il valore aggiunto delle costruzioni in Italia nel 2021 è aumentato del 21,3% rispetto all'anno precedente. Il dato è particolarmente alto al Sud, dove l'aumento è del 25,9%, e nel Nord Ovest, dove è al 22,8%. Più bassi invece i dati del Nord Est (18,5) e del Centro (16,3%).

Dopo la pubblicazione di questi dati da parte di Censis Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, ha criticato la decisione del governo di ridurre il superbonus: "Così non si cura l'interesse nazionale ma lo si distrugge. Non si sabotano dall'oggi al domani i progetti di famiglie e imprese su una misura che ha fatto rialzare e correre l'Italia". Conte ha difeso l'impatto positivo della misura, dicendo che "i numeri aggiornati, quelli veri", dovrebbero "contare per chi prende decisioni".

Le criticità sulla gestione dei crediti d'imposta

Maurizio Leo, viceministro dell'Economia, ha ammesso che "sicuramente c'è stato un effetto positivo per l'economia", ma ha sottolineato le "disfunzioni" del superbonus, soprattutto per quel che riguarda la gestione dei crediti d'imposta.  Per questo il governo ha scelto di "seguire una strada diversa" con il decreto Aiuti quater, che mantiene il 110% per i condomini solo a condizione che la Cilas sia relizzata entro il 25 novembre 2022.

Sulla questione dei crediti d'imposta ha parlato anche Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Nel corso del question time alla Camera, ha detto che il nuovo decreto Aiuti quater avrà misure "volte a consentire, a determinate condizioni, che le cessioni dei crediti" o gli sconti in fattura "possano essere ripartite in un lasso temporale più ampio di quello già previsto a legislazione vigente". Attualmente la finestra temporale per la cessione dei crediti è di 4 anni.

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