Il Sud NON è perduto! Il video di ItaliaCamp 2010 e l’invito a non demordere
Una somma di emergenze la cui permanenza snatura il concetto stesso di emergenza. Come può definirsi tale il problema dei rifiuti che è sotto gli occhi di tutti da un lustro almeno? E la criminalità organizzata, che interessa il Sud da almeno un secolo? E vi è poi la disoccupazione, l'assistenzialismo, il clientelismo… Di fatto si tratta di emergenze che nella percezione dei meridionali volgono quasi a permanenze.
Non è necessario un determinismo di alcun tipo per ammettere che uno stato di continua emergenza infiacchirebbe le virtù civiche di qualsiasi popolo. Gli stessi rifiuti che prima giacevano ai margini delle strade e che ora conquistano con prepotenza marciapiedi e carreggiate sembra vengano percepiti sempre più come una catastrofe inevitabile, verso la quale nulla può farsi né dirsi. L'esperienza sciistica tra un sacchetto e l'altro è molto più che una pratica necessaria al raggiungimento della scuola o del posto di lavoro. Liberarsi dal dribbling della monnezza non è uno sport.
Ripetiamo, nessun determinismo, ma la spazzatura in ogni dove è una pressione dell'ambiente circostante sul nostro modo di pensare. E da qui può sorgere il pericolo più grande, che, al di là dell'emergenza rifiuti in sé, viene evidenziato nel video in apertura. La tendenza a giustificare lo stato dei fatti adeguadovisi è l'allarme che viene lanciato in occasione dell'ItaliaCamp 2010, tenutosi quest'anno a Lecce. La tentazione appare enorme ed offre anche il pretesto dell'invincibilità del male, contro il quale non potrebbe farsi niente: adeguarsi ai problemi per non doversi impegnare nella soluzione.
Ma sarebbe sufficiente un capovolgimento di prospettive. Tornare padroni dei fatti e decidere nuovamente che il Sud non è perduto.